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Transilvania

Abbazia cistercense Cârța
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Abbazia cistercense Cârța

L’Abbazia di Carta è l’unica abbazia cistercense della Romania che non è stata distrutta completamente ed è la più orientale d’Europa. 

Come tutti i monasteri cistercensi fu costruito in stile gotico, semplice e funzionale.

L’abbazia fu fondata nel 1200-1206 da monaci cistercensi dell’Ordine Cistercense, fondato dal frate Robert de Molesme nel 1098 in Burgundia-Francia insieme ad altri 21 monaci provenienti da Molesme che costruirono nella palude di Citeaux (Cistercium) il “Nuovo Monastero” che rispondeva meglio ai precetti di san Benedetto, “ora-et-labora”.  Volevano allontanarsi dallo stile aristocratico dei frati di Cluny. Erano chiamati anche monaci-contadini. Loro hanno ricevuto sempre terreni non utilizzabili perlopiù boschi e paludi, dai rei, principi e altri donatori. I monaci sono riusciti sempre a trasformarli in terreni agricoli e hanno praticato con successo l’agricoltura e la piscicoltura. 

I cistercensi di fede cattolica sono arrivati nel 1200 in Transilvania sotto la protezione del Re ungherese.  Hanno bonificato la palude e il bosco selvatico di Carta e hanno costruito una prima basilica in legno. Hanno sanato la zona e costruito fattorie-modello per praticare la viticoltura e la piscicoltura.

La prima attestazione risale al 1202. La costruzione dell’abbazia influenzò l’architettura medievale gotica in Transilvania e specialmente nella Tara Barsei. 

Più tardi, nel XIII secolo, degli scalpellini arrivati dalla Francia e Renania, costruirono l’abbazia gotica, in pietra, con una pianta a croce e le abitazioni dei monaci disposte a rettangolo facendola sembrare una fortezza. 

Carta si trovava nei secoli XIII – XV al centro dell’evoluzione spirituale, politico-economica della Transilvania. I monaci cistercensi per volontà del Re Bella IV avevano ottenuto l’amministrazione dei monasteri Feldioara (Marienburg), Sanpetru (Petersberg), Harman (Honigberg) e Prejmer (Tartlau). 

Il priore nominava i sacerdoti e i giudici nelle dieci comunità che l’abbazia amministrava. I cistercensi vivevano in modo austero, lavoravano duro dalla mattina la sera, pregavano ogni tre ore, non mangiavano carne, non accendevano il fuoco nelle loro abitazioni e parlavano tra di loro lo stretto necessario. I cistercensi avevano il diritto di costruire chiese, santificare chiese e cimiteri. 

Solo che nel XV secolo sembra che prestassero più attenzione alla vita materiale e lussuosa tant’è che gli interessi economici e soprattutto il potere politico ed economico dell’amministrazione di Sibiu, convinse nel 1474, il Re Mattia Corvino a chiudere il monastero e trasferire tutti i diritti alla chiesa cattolica di Sibiu. L’ultimo priore fu Raimund Barenfuss, ex monaco di Vienna, appassionato di vino e di caccia all’orso. 

Dal 1474 al 1550 diventa parrocchia cattolica e tutti i suoi territori passano nella proprietà della chiesa di Santa Maria di Sibiu. Il sacerdote era invece subordinato al vescovo cattolico di Alba Iulia. 

Tra il 1542 – 1550 la riforma si diffonde anche in Transilvania, dove tutti i sassoni abbracciano la nuova confessione, staccandosi definitivamente dalla chiesa romano-cattolica. 

Dal 1550 diventa parrocchia evangelica. Quando tutti i sassoni della Transilvania sono passati alla chiesa riformata evangelica, hanno lasciato il vescovato cattolico di Alba Iulia per passare sotto la giurisdizione del vescovato evangelico di Biertan. 

Il monastero fu varie volte devastato e distrutto durante le invasioni ottomane e tartare. Una delle sue leggende racconta come si sono salvati i sassoni dall’attacco degli ottomani. I sassoni rifugiati nel bosco, hanno tagliato degli alberi e hanno fatto un muro. Per disperazione gettarono sopra il muro anche il “Boflisch” – pancetta tipica. Quando il fuoco appiccato dagli ottomani è arrivato a bruciare la carne di maiale, emanando dei forti odori, questi sono scappati. 

La torre campanaria fu costruita nel XV secolo da un capomastro di Sibiu.  In tempo di guerra veniva usata come punto di osservazione.

Nelle rovine della navata principale è stato collocato nel 1928 un cimitero per i caduti tedeschi della Prima guerra mondiale. 

La casa parrocchiale è probabilmente il più antico edificio civile della Transilvania. Fu costruito al posto dell’antica cantina del monastero. Davanti alla casa scorre in un canale l’acqua che fa girare un piccolo mulino antico. 

La chiesa evangelica ha restaurato e reso funzionale solo l’abside e il coro dell’antica abbazia. Gli archi delle volte s’incontrano in un angolo acuto sulla volta gotica. 

Ora, l’Abbazia di Carta gestisce 250 fedeli divisi tra Carta, la città Victoria e altre sei località.