Mosaico romano
Vicino al Museo archeologico si trova un emporio del IV secolo con una superficie di 2.000 mq che conserva una sala con uno splendido mosaico policromo di 850 mq decorato con motivi geometrici e vegetali. E’ il più grande mosaico scoperto sul territorio dell’Impero romano.
Il complesso architettonico offre una testimonianza del modo di vivere degli abitanti dal IV al VII secolo d.C. Fu scoperto nel 1959 e ricostruisce una parte importante di quella che 2000 anni fa era la città di Tomis. Le tre categorie di vestigia: il mosaico, le stanze a volta e le merci rinvenute nei magazzini fanno pensare a un importante porto con una fiorente attività commerciale.
Al livello inferiore, le navi scaricavano le loro mercanzie negli undici magazzini a volta. Il livello superiore, con lo stesso numero di magazzini, era riservato probabilmente alla conservazione e allo stoccaggio delle merci per il commercio. Di particolare importanza sono le anfore, rinvenute nei magazzini superiori, il cui contenuto conservato nei secoli racconta le attività praticate dagli abitanti dell’antica Tomis. Collegati da una scala in pietra calcarea, i livelli superiori proseguono con il mosaico. Il modello in ciottoli di diversi colori, datato intorno al V secolo d.C., colpisce per l’accuratezza delle forme geometriche e degli elementi grafici. La costruzione realizzata a terrazze garantisce, attraverso le opere in muratura e in pendenza, una protezione del litorale, creando uno spazio complesso, con molteplici utenze, che assicurava attraverso il livello superiore il collegamento della città con le banchine del porto.
Poche decine di metri più a sud, sono state scoperte altre vestigia altrettanto importanti risalenti allo stesso periodo del mosaico. Le loro funzionalità fu individuata sulla base di un’iscrizione in greco in cui si afferma che in questo sito c’erano bagni pubblici. I lavori archeologici hanno portato alla luce una piccolissima parte dell’intero edificio, che fungeva da “Lentiarion – spogliatoio”. Il salone principale, con una superficie di 300 mq, era pavimentato in marmo ed era riscaldato da tubi di ceramica che portavano aria calda da un impianto di riscaldamento interrato (ipocausto).