Piatra Neamț
Si trova in una zona verdeggiante sulle rive del fiume Bistrita ai piedi del Monte Sassolino/ Muntele Pietricica, abitata dalla preistoria, nel mesozoico. Nell’antichità la zona apparteneva alla civiltà Cucuteni (3.600 – 2.600 a.C.), abitata in seguito dai geto–daci (II a.C. – II d.C.). La cittadella Petrodava fu menzionata nella “Geographica” di Claudio Tolomeo. Dopo la conquista romana perde il ruolo di punto fortificato.
La città viene citata nel periodo medievale nei documenti della spedizione in Moldavia, del Re magiaro Sigismondo di Lussemburgo nel 1395 e di nuovo nel 1431 in un documento firmato da Alessandro Il Buono.
Il diritto di tenere fiera lo riceve nel 1453, la località essendo abitata da magiari e sassoni. L’importanza della città cresce con la costruzione di una Corte Principesca da parte di Stefano il Grande (1457-1504).
L’epoca moderna porta benessere con la costruzione di un mulino per la carta (1841), la costruzione di una fabbrica di giacconi in lana pressata/sumane. Furono costruite in seguito, fabbriche per la lavorazione del legname, sapone, fiammiferi, birra. Nel 1885 è costruita la ferrovia che collega la città con Bacau. Il fiume Bistrita era famoso per le zattere che scendevano dalla montagna fino alle segherie.
Durante la guerra d’Indipendenza contro i turchi del 1877, i giovani della città vengono arruolati come il regimento Dorobanti, nome riscontrato varie volte nei documenti dell’epoca per le loro gesta di coraggio.
Alla fine del XIX secolo la popolazione era di circa 18.000 abitanti, la metà essendo di fede giudaica. Durante le due guerre la città ha registrato grandi perdite.
Dopo la costruzione della grande diga a Bicaz e del sistema idroenergetico (circa 12 idrocentrali sul fiume Bistrita) il ruolo del fiume e il suo aspetto cambia radicalmente, le zattere non scendono più e la zona non subisce più delle piene disastrose. Nel periodo comunista a Piatra Neamt era sviluppata l’industria del legname e della cellulosa, dei mobili, dei mattoni e delle tegole, di maglieria, un mattatoio di volatili, fabbriche di pane, di industrializzazione del latte, fabbrica di birra, delle serre, cantine per la produzione del vino, scuderie di cavalli da riproduzione, ecc. Dopo la caduta del comunismo si è registrato il fallimento dell’attività industriale e l’abbassamento del livello di qualità della vita e lo spopolamento in massa.