Attrazioni turistiche
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Zona di bellezza ancora intatta, ricca di boschi di querce e di abeti, il Maramures viene spesso definito come la “terra del legno”. Qui sopravvivono i ritmi del mondo contadino medievale, immutati nei secoli, dove i contadini vivono della terra, sulle colline ondulate e nei paesaggi da sogno, incantevoli. Qui s’incontrano le antiche chiese di legno costruite senza macchinari, con tetti aguzzi fino a toccare il cielo e trafiggere le nuvole.
Qui le feste hanno tradizioni antiche e tutta la comunità vi partecipa in abiti variopinti. Lungo le 4 valli: Iza, Viseu, Cosau e Mara s’incontrano proprio ai margini della strada oppure poco più nell’entroterra le chiese lignee, Patrimonio Unesco ma anche dei grandi portali intagliati in legno.
Il Maramures fu citato per la prima volta in un attestato del 1199. A partire del XIII secolo l’Ungheria accentuò gradualmente il controllo sulla regione. Dopo la battaglia di Mohacs 1526, il Maramures entrò a far parte della Transilvania, ma nel 1699 fu ceduto all’Impero Austro – Ungarico. Fu la regione più colpita dalle invasioni tartare che durarono quasi due secoli. L’ultima pesante invasione fu nel 1717 quando furono costruite molte chiese in legno, smontabili, per commemorare la ritirata finale. Ci sono poche chiese antiche salvate dal fuoco appiccato dagli invasori tartari.
La regione tornò a far parte della Romania nel 1918 insieme alla Transilvania. Tra il 1940 e 1944 cadde sotto l’occupazione dell’Ungheria filonazista come tutta la Crisana e buona parte della Transilvania.
Oltre alle otto chiese di legno, dichiarate Patrimonio Unesco nel 1999 – Desesti (1770), Surdesti (1721 – 54 m), Ieud (1364; 1782), Rozavlea (1717), Bogdan Voda (1718), Poienile Izei (1430; 1632 – alta 57 m), Rogoz (1663) e Poplis (1796-1798) – ce ne sono altre, nuove, che seguono la tradizione, come quelle di Sapanta – Peri (la più alta costruzione religiosa in legno – 78 m), di Botiza e il monastero di Barsana.
La pittura interna nelle chiese antiche è realizzata direttamente sul legno e talvolta anche su tessuto. Le icone invece sono realizzate su vetro con una tecnica particolare.
A Sapanta c’è il famoso “cimitero allegro” con le sue croci a sfondo blu con epitaffi ingenui e pieni di significato sulla vita del defunto. Sempre a Sapanta si trova la casa variopinta di Patras (1908-1977) diventata museo, dove ci sono le coperte tipiche di lana di Maramures, icone su vetro, mobilio antico paesano, ecc.
Per lavare l’abbigliamento e le coperte in lana, a Botiza funziona la “lavatrice a ossigeno”, cioè un mulino ad acqua dove ci sono degli enormi “secchi” di legno dove l’acqua fa girare la “centrifuga”. A Botiza come in altri villaggi le contadine assemblano in casa, durante i mesi invernali, i telai a pedali per tessere la lana e gli uomini ottengono la grappa chiamata “horinca” con dei grossi alambicchi di rame.
A Viseu de Sus si trova un’antica ferrovia a scartamento ridotto chiamata “mocanita” e con un treno a vapore si sale lungo la valle stretta del fiume nel cuore dei boschi fino a un piccolo museo della ferrovia dove si fa anche la sosta per il pic-nic, prima di ritornare.
Purtroppo Sighetul Marmatiei viene ricordato per due tristi motivi: il carcere costruito dagli austro-ungarici nel 1897 diventato nel 1950 carcere per prigionieri politici, luogo di detenzione e sterminio per l’élite del paese. La prigione fu abbandonata nel 1977 e diventa museo nel 1993, ma fu aperto qualche anno dopo, in mancanza di fondi.
Sempre a Sighet si trova il Museo della Cultura e della Civiltà Ebraica del Maramures.
Baia Mare è il cuore di una zona mineraria, centro minerario dal 1329 vanta un bellissimo museo della mineralogia e un piccolo centro storico legato al nome di Iancu de Hunedoara.
La capitale della zona Satmar è Satu Mare dove si possono ammirare tanti edifici civili e religiosi del XVIII secolo in stile barocco ma anche Liberty e neogotico.
Una scoperta archeologica unica si trova a Mediesu Aurit, dove sono stati scoperti 200 forni (restaurati 6) per vasellame di grandi dimensioni, in ceramica, che risalgono al II-IV secolo. Vicino al confine ungherese, a Carei, si trova il castello Karolyi (1482, vari stili) che ospita dal 2012 un interessante museo dei mestieri della zona, vari ambienti tipici, storia locale. Il museo si trova in un piccolo parco in stile barocco. Di fronte al castello si trova un grande monumento in onore dell’esercito romeno che il 25 ottobre 1944 è riuscito ad allontanare l’esercito ungherese dai territori occupati dagli horthysti. Il 25 ottobre è la festa dell’esercito romeno.