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Castello Peles
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Castello Peles

Fu concepito come residenza estiva del Re Carlo I, il monarca che ha regnato più a lungo sulla Romania. È stato il primo castello d’Europa a essere fornito di riscaldamento ed elettricità centralizzati. L’edificio che occupa una superficie di 3500 mq ed è stato costruito prevalentemente in stile rinascimentale tedesco e fu iniziato nel 1875. 

I lavori finirono circa 39 anni più tardi, dopo che più di 400 artigiani e migliaia di operai vi lavorarono. 

Nei primi due anni, dal 1873 al 1875, sono stati eseguiti solo dei lavori di consolidamento delle fondazioni, prima di poter posare la prima pietra angolare. La valle del fiume Peles, divenne un vero cantiere, animato dalla presenza dei lavoratori che avevano portato qui, le loro famiglie. C’erano italiani, romeni, albanesi, greci, tedeschi, ungheresi, turchi, polacchi, cechi, francesi, inglesi, nel cantiere si parlava a volte fino a 14 lingue. Nello stesso tempo vennero costruiti il Casino di Caccia, chiamato in seguito, castello Foisor/Belvedere e la scuderia. Durante la guerra d’indipendenza del 1877, i lavori furono interrotti per due anni. Il Casino di Caccia fu inaugurato nel 1879. Foisor fu abitato dal principe ereditario Ferdinand e dalla sua consorte, Maria. 

Il castello Peles fu inaugurato, parzialmente, il 7 ottobre 1883 anche perché i fondi destinati per la costruzione 6.500.000 lei oro, erano esauriti. 

Alla costruzione del castello hanno lavorato architetti importanti come Doderer, professore di architettura alla scuola politecnica di Vienna, Lecomte de Nouy, allievo di Viollet-le-Duc, e nell’ultima fase, l’architetto ceco Karel Liman e Jean Ernest. Lecomte de Nouy aveva restaurato il monastero di Curtea de Arges e Liman, la chiesa i Tre Gerarchi /Trei Ierarhi e San Nicola a Iasi. 

I lavori all’interno del castello cominciarono nel 1881. I caminetti sono ornamentali, in quanto il riscaldamento delle 44 stanze, due corridoi e dell’ingresso, viene fatto con termosifoni ad aria calda.  L’impianto per la produzione di aria e calore, uno dei più moderni dell’epoca, ha ottenuto le medaglie di merito, oro e argento alla grande esposizione universale dal 1878, a Parigi.

Il castello ha complessivamente sei livelli, di cui uno seminterrato e due livelli mansardati, le torri sono le parti più alte.  Il castello fu dotato di un ascensore nel 1883.  Inoltre, per agevolare le comunicazioni, fu installato nel 1884, un impianto elettrico e telefonico.  Nel 1894 fu costruita la centrale elettrica del castello. L’ascensore non è in uso per i visitatori.

Poiché il re morì solo nel 1914, gli interni sono in gran parte opera della sua consorte, la regina Elisabetta. 

Le 160 stanze del castello sono arredate nello stile di un paese diverso. I materiali utilizzati sono alabastro, legno di tiglio dorato, madreperla, sete turche, ecc. ma non proviene nulla  dalla Romania, ad eccezione del legname per le fondazioni. Vi si trovano delle riproduzioni di El Greco, Zurbaran, Tiziano, Rembrandt, Rubens, Tintoretto, Clouet, Van Dyck, Carpaccio, Raffaello, Brueghel, Lous David, Correggio, Tiepolo, sculture, armature, medaglie, tappeti orientali (Bukhara, Sirvan, Kirman, Mosul),  arredi, costumi d’epoca, arazzi fiamminghi e francesi, vetrate a colori svizzere e tedesche dei secoli XV-XVII,  ceramiche giapponesi, argenteria inglese, cristali di Boemia, candelabri di Murano. 

Vi sono pure una galleria di specchi e una sala da pranzo con il soffitto rivestito in cuoio, ma anche una collezione di armi e armature dei XIV-XVII secoli con 4000 pezzi. Invece al primo piano c’è una grande sala per concerti. Ci sono la stanza fiorentina in stile rinascimentale e quella in stile moresco ma non c’è una stanza romena. Il grande salone ha il soffitto in vetro retraibile. 

Le stanze più importanti sono:

  • la Sala delle Armi (1903 -1906)  in stile neo rinascimentale tedesco, dove si trova l’unica armatura completa per cavaliere e cavallo, della Romania;
  • la Sala di Consiglio con 14 pannelli realizzati con diversi tipi di legno;
  • lo Studio del Re usato per le udienze;
  • l’antica Sala di musica trasformata più tardi a richiesta della regina, in Sala per le serate letterarie con scene tratte da antiche fiabe romene che adornano le pareti e con il mobilio ricevuto in regalo dal Maharajah di Kapurthala; 
  • la Sala Fiorentina oppure il Grande Salone con il soffitto scolpito in legno di tiglio dorato; 
  • la Sala Moresca progettata in stile ispano-moresco da Lecomte de Nouy, con una fontana in marmo di Carrara; 
  • la Sala da Pranzo in stile neo rinascimentale tedesco;  
  • il Salone Turco con ricami in seta; 
  • la Sala di Teatro con una capacità di 60 persone ci sono affreschi realizzati dai fratelli Klimt e arredamenti in stile Luigi XIV;
  • la ricca e preziosa Biblioteca dove si trova un passaggio segreto che conduce in altre stanze al secondo piano. 

Al primo piano c’è l’appartamento imperiale di Franz Joseph (che visito il castello nel 1896), arredato nel 1906, in attesa di una nuova visita per l’anniversario di 40 anni di regno, ma che non avvenne, la biblioteca degli ospiti, il Salone orientale, la Sala di Concerti arredata nel 1906 con rivestimenti in pelle di Cordova. Qui si trovano strumenti musicali come il clavicembalo di Anvers – 1621, un pianoforte verticale Bluthner e un organo Rieger a due tastiere.  

Al secondo piano si trova l’atelier di pittura di Carmen Sylva, lo pseudonimo della regina che ha il soffitto a forma di carena di una nave, ribaltato. Sempre allo stesso piano si trova la stanza riservata a George Enescu e le stanze dei pittori austriaci della Kunstlerkompagnie: Gustav e Ernst Klimt e Franz Matsch. Oltre agli affreschi del Teatro, loro hanno eseguito la galleria dei 9 ritratti degli avi della famiglia di Hohenzollern ubicata sullo scalone d’onore e le copie di famosi quadri che si trovavano all’epoca in grande collezioni a Vienna, Monaco o Parigi. Anche nella stanza riservata loro, c’è un affresco simile a quello del Teatro. La buona riuscita del loro lavoro a Peles fu la porta d’ingresso nel mondo dei due fratelli pittori.

Nella Sala di musica fu firmato dal Re Carol I, il trattato del 21 luglio 1914, con il quale la Romania si impegnava a rimanere neutrale durante gli ultimi due anni della prima guerra mondiale, anche se era un atto contro il suo paese d’origine. Fu l’ultimo atto politico importante firmato dal Re Carlo I, perché due mesi dopo, il 27 settembre 1914, moriva a Sinaia, il primo re della Romania.

A Peles, nacquero i tre eredi di Carol I ed Elisabeta,  Carol II, il 15 ottobre 1893,  la principessa Elisabeta,  l’11 ottobre 1894 e il principe Mircea, 18 agosto 1903.  

La principessa Ileana, la figlia del re Ferdinando I (il nipote di Carol I e successore) e della regina Maria, sposò nel castello Peles, l’arciduca Antonio di Asburgo, il 26 luglio 1931.  Il primo ministro, il grande storico Nicolae Iorga, regalò alla principessa una collana con brillanti di valore di 2.800.000 lei, dicendo “il regalo di un paese povero”, il generale Rascanu regalò un’icona del 1580 e la Banca Nazionale della Romania, una cassetta con 200 monete d’oro. Al matrimonio parteciparono 600 ospiti. Il rito imposto dal casato dello sposo, Anton Maria Franz Leopold Blanka Carl Iosef Ignatz Raphael Michael Margaretha Nicetas, arciduca di Asburgo-Toscana, fu quello cattolico, anche se la principessa era battezzata ortodossa. 

Il Re Carol II ampliò il vivaio costruito dalla Regina Elisabeta e cominciò un commercio di vendita dei fiori attraverso i propri negozi reali di Bucarest. Si orientò anche verso la vendita di prodotti più pregiati come le pellicce di volpe. A tale scopo, ordinò nel 1932 la costruzione  un allevamento di volpi polari, che erano nutrite con mais e carne. Oltre all’allevamento di volpi a Peles, nel 1936 fu costruito un allevamento di caprioli. Nel 1937 furono installati per la prima volta a Peles, dei grandi frigoriferi elettrici e camere frigorifere per la cacciagione. 

Un’altra passione del Re Carol II era la collezione dei vini pregiati. Per il 31 marzo 1945 furono portate nella cantina del castello, 150 tipi di diverse raccolte e vitigni, come Sauvignon, Bordeaux Barsac (1907), Chablis Lys, Madeira (1808), Tokay (1889), Armagnac, Mouton Rothschild, Lymasol de Cipro. 

Sempre Carol II installò nel 1939 una sala di cinema simile a quella dei palazzi reali di Calea Victoriei e Cotroceni, a Bucarest.  Lo stesso anno furono costruiti due rifugi antiaerei. 

Dal 1940 al 1947 il castello diventa la prima residenza del Re Michele I che preferiva la compagnia della madre, Regina Elena, che gli affari politici del paese, curate dal maresciallo Ion Antonescu. 

Gli ospiti politici importanti a Peles, furono, al tempo dei re, Franz Joseph, Re Gustav V di Svezia, Re Albert I del Belgio, Regina Emma dell’Olanda, Re Ferdinand di Bulgaria, il duca Alfred de Saxa-Coburg-Gotha, i principi ereditari Rudolf e Franz Ferdinand della Corona d’Austria, Ungheria e Boemia, Wilhelm di Germania , il futuro Re Edward VII dell’Inghilterra, il futuro Re Vittorio Emanuele III dell’Italia, il principe ereditario Yussuf Izedin dell’Impero Ottomano. 

Dopo l’abdicazione del Re Michele e l’entrata del castello nel Patrimonio di Stato, sono stati inventariati, 298 quadri di pittori importanti, 487 quadri d’importanza minore e incisioni,  1062 quadri “senza importanza”,  150 icone,  1.988 suppellettili, 4879 armi e medaglie,  343 tappeti,  429 mobili,  210 vetrate,  331 sculture,  9.370 libri. Tra 60% e 80% delle collezioni furono trasportate a Bucarest e divennero il nucleo del Museo di Arte, ubicato nell’ex palazzo reale di Calea  Victoriei. Una parte delle collezioni ha avuto una sorte infelice, in quanto consegnate a istituzioni di stato non furono conservate adeguatamente.

Fortunatamente le decorazioni interne delle 160 stanze del castello sono conservate in ottimo stato.

Il castello Peles rimase chiuso al pubblico dal 1947 al 1953, quando torno a essere un  museo fino al 1975. Tra il 1975-1989 il castello fu chiuso per restauri. 

Durante il periodo comunista ha accolto dirigenti communisti e capi di Stato di tutto il mondo come Nixon e Ford, Gheddafi e Arafat. Ceausescu non vi abito mai.

Riaperto nel 1990, diventa nel 2007, proprietà della famiglia del Re Michele, esiliato nel 1948, dopo aver abdicato  E’ amministrato dallo Stato romeno attraverso il Ministero della Cultura e del Patrimonio Nazionale. E’ l’obiettivo turistico più visitato dalla Romania.