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Biserica Mare - Sinaia - Muntenia - Romania for All

Regione

Muntenia

Città

Sinaia

Monastero di Sinaia
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Monastero di Sinaia

E’ un grande complesso monastico maschile con 2 chiese ortodosse. Il monastero è abitato da una ventina di monaci. 

La prima chiesa, più antica che risale al 1695, fu fatta costruire da Mihai Cantacuzino, a seguito di un pellegrinaggio al Monastero di Santa Caterina sul Monte Sinai (da cui il nome del monastero e poi della città). Era lo zio del principe Constantin Brancoveanu e fondò a Bucarest l’ospedale Coltea – il primo ospedale in Valacchia con 24 letti e la chiesa Coltea. Il pellegrinaggio ai Luoghi Santi di Mihai Cantacuzino attraverso la Palestina fino all’Egitto, sulle orme dei santi, è durato cinque anni, durante i quali è stato accompagnato dalla madre di Brancoveanu, Stanca e da sua nonna, Elina Cantacuzino. La costruzione fu realizzata tra il 1690-1695 in una zona di montagna, per sommigliare al Monte Sinai e conserva il dipinto originale di Parvu Mutu Zugravul, nel portico e nella navata. Parvu è diventato santo nel 2017, con il nome di Santa Pio Pafnutie – Parvu Zugravul.

La vecchia chiesa è costruita da abili artigiani portati dall’Italia e dalla Dalmazia. Questo stile, d’influenza barocca, ha come caratteristiche le colonne scolpite in pietra e adornate con motivi floreali e vegetali (fiore di giglio, foglia di quercia, ecc.). 

Anche il portale porta il ricordo del pellegrinaggio. L’iscrizione è affiancata dalla rappresentazione in pietra dei due fratelli, i leader biblici del popolo scelto per attraversare il deserto d’Egitto. Mosè osserva le tavole della legge, ricevute da Dio proprio sul monte Sinai, e Aaronne porta il bastone fiorito. Nella cupola del portico troviamo scene della vita di Santa Caterina, la protettrice del monastero visitato da Cantacuzino, sul monte Sinai, della vita di San Giorgio, protettore della Moldavia e dei militari,  della vita di San Demetrio, il protettore della Valacchia.

Nel nartece si trova il quadro votivo, dove è rappresentato Mihai Cantacuzino con la famiglia, le sue due mogli, 18 figli e altri membri importanti della sua famiglia, principi tra cui il principe regnante Serban Cantacuzino, rappresentato incoronato, con la croce in mano. È noto che solo sei dei figli rappresentati, erano i suoi discendenti di sangue. Come da tradizione principesca romena lui allevò a casa sua anche gli altri figli naturali. 

Nel cortile dell’antico piccolo monastero si trova una piccola cappella, paraclis, e una camera mortuaria. Sono del Primo Ministro romeno nel periodo della prima guerra mondiale, Tache Ionescu, che ha giocato un ruolo importante nell’unione dei territori romeni. Ha chiesto di essere sepolto nel monastero, dove era guarito. Accanto al bel sarcofago lavorato in pietra si trova il busto nella seconda moglie, Adina, realizzato in marmo dallo scultore italiano Roscitano a Roma, nel  settembre 1926.

Il monastero Sinaia ha subito numerosi attacchi turchi e austriaci che hanno distrutto parzialmente l’edificio.

All’inizio il monastero fu costruito per ospitare dodici monaci (seguendo il modello del Salvatore Gesù Cristo che scelse dodici apostoli), ma nel tempo il loro numero aumentò, richiedendo la costruzione di un’altra chiesa più grande e più celle abitative.

La grande chiesa, dedicata alla Santa Trinità, fu costruita nel 1842-1846 dai frati che abitavano il monastero e fu parzialmente ricostruita nel 1893-1903. Anche la famiglia reale è vissuta in questo monastero, durante le vacanze fino al 1882, quando si trasferì al castello di Peles, anche se non era ancora terminato. 

La pittura interna a olio, fu eseguita su fondo oro a mosaico, in stile neobizantino e appartiene al pittore danese Adolff Sofus Aage Exner (1870 – 1951), probabilmente noto all’epoca. All’interno, il quadro votivo rappresenta cinque personaggi: il Metropolita Iosif Gheorghian, che ha santificato la Chiesa nel 1903, Re Carol I, rappresentato in divisa da ufficiale, con la mano sinistra appoggiata su una colonna in pietra dalla quale manca un angolo (allusione al Regno della Romania al quale mancavano la Bucovina, la Basarabia e la Transilvania), Regina Elisabetta (con lo pseudonimo di poetessa Carmen Sylva) che tiene per mano la principessa Maria (l’unica figlia morta da bambina) e per ultimo, Mihai Cantacuzino.

Nella chiesa ci sono degli oggetti preziosi, come l’epitaffio (quadro ricamato usato durante la Settima Santa) realizzato da Ana Roth, lavorato in tre anni, con filo dorato e seta, iscritto nel Patrimonio Unesco. Nella navata si trovano i troni reali riservati alla famiglia. 

La famiglia reale vi abitò per 11 anni, durante le vacanze, a partire dal 1871. Dopo la loro partenza, alla commemorazione di 200 anni dalla fondazione del monastero, la residenza reale è diventata il primo museo religioso romeno. Qui si trova la prima traduzione della Bibbia in romeno con caratteri cirillici, che risale al 1688 e una bella collezione d’icone.

Un’altra curiosità consiste nel  fatto che il monastero di Sinaia fu il primo monastero del paese elettrificato, grazie alla centrale elettrica installata per il palazzo e per i suoi annessi.

Un’altra caratteristica di questo complesso monastico è la presenza di cinque tipi di croci: la croce di Stefan cel Mare (nella cupola dell’antica chiesa), la chiesa greca (con bracci uguali che si trova sopra l’ingresso della chiesa grande), la croce latina (con bracci asimmetrici sopra le torri del nartece della grande chiesa), la croce slava (ispirazione barocca con i bracci orizzontali, sulla cupola centrale della grande chiesa) e il sole iscritto in una croce latina (sulla torre campanaria).

Le due chiese sono due monumenti importantissimi per l’ortodossia romena e si può ammirare l’iconografia bizantina valacca dei secoli XV – XVII.