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Palazzo Potlogi
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Palazzo Potlogi

Il palazzo fu costruito dal principe regnante Constantin Brancoveanu (1688-1714) per il primo genito, Constantin e si trova lungo la strada che porta da Bucarest a Targoviste. La denominazione di “Palazzo” fu introdotta proprio da Brancoveanu perché prima di lui si è sempre parlato di fortezze, case o corti principesche. 

In questo palazzo abitava il principe regnate valacco Constantin Brancoveanu con la sua Signora Marica al primo piano e la servitù a pianterreno oppure in altre dependance.

C’era un orto e anche un aranceto, una rarità per l’epoca ma Brancoveanu è stato il più ricco principe regnante della Valacchia. 

Nel 1714, dopo la morte di Costantino e dei suoi figli, uccisi a Istanbul, il palazzo fu distrutto dai turchi che cercavano i tesori nascosti dal principe. Hanno cercato per tutta la Valacchia d’altronde.

Dai Brancoveanu il palazzo arriva nella proprietà dei Bibescu, come il palazzo Mogosoaia, per eredità.

I primi restauri risalgono al 1955 tenendo conto dei criteri adottati dall’architetto Matei Cantacuzino per il restauro di Mogosoaia del 1922. In realtà quello che si visita oggi è stato inaugurato nel 2015, perché ci sono state tante interruzioni.

Parlando dell’architettura – troviamo una pianta tipica adottata da Brancoveanu: palazzo rettangolare con una corte davanti e un giardino dietro, sulle rive di un lago o un fiume.  Con una loggia colonato verso il lago e un belvedere verso l’ingresso. 

Troviamo gli inquadramenti con foglie di acanto, fiori di giglio, tulipani e garofani, tipico per lo stile Brancoveanu. Lo stile di Brancoveanu è lo stile rinascimentale romeno, un misto di elementi romeni con influenze veneziane e orientali. 

C’è anche una cucina con una torre alta, lontana dal palazzo che aveva il tetto in legno. Si chiama CUHNIA e somiglia molto alle cucine turche del sultano, come si vedono a Costantinopoli.

All’interno c’è un museo con abiti d’epoca, armi, oggettistica e documenti. Sono state rifatte le decorazioni all’interno come all’esterno.

Prima dell’entrata nel palazzo, sopra la porta, c’è la PISANIA, un’iscrizione in pietra dove vengono riportate le informazioni sopra riportate che rispondono a quando, chi e perché ha costruito il palazzo. La lingua usata era quella slava liturgica antica chiamata “slavone”. Talvolta solo le lettere erano in cirillico con il testo in romeno. 

Purtroppo, la chiesa San Demetrio costruita da Brancoveanu nel 1683, prima del palazzo, ha subito dei restauri nel 1901 voluti dal Re Carol I, che hanno cambiato radicalmente l’architettura e eliminato la pittura originale.