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Maramures

Chiesa Budești Josani
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Chiesa Budești Josani

La chiesa ortodossa di Budești Josani è una chiesa in legno di Maramureș, della valle di Cosau, del 1643, considerata una costruzione “magnifica” per l’epoca e per molto tempo dopo. Ha una pianta rettangolare, con abside poligonale, staccata. La pittura risale al 1762. La chiesa è stata inclusa nella lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO nel dicembre 1999.

L’insediamento di Budesti fu menzionato per la prima volta in un diploma del re Luigi Magno del 1361.

Il patrimonio culturale-artistico della località è conservato nei due monumenti storici che il paesino possiede: le chiese in legno di Susani e di Josani, edifici rappresentativi dell’architettura lignea di Maramures, veri tesori dell’antica arte romena.

La chiesa lignea di Josani, dedicata a San Nicola, è costruita su un piccolo colle, dominante la zona centrale del paese. Costruito dalla comunità del villaggio nella prima metà del XVII secolo, l’edificio si distingue per la sua monumentalità e valore artistico, essendo la più grande chiesa in legno nella storica Maramureș. Il prezioso monumento storico è stato iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO.

Di dimensioni apprezzabili: lunghezza 18 m, larghezza 8 m, altezza della torre 26 m, la chiesa da Josani presenta i tre ambienti tradizionali, rispettivamente a est l’abside poligonale dell’altare, la navata e il nartece, di pianta rettangolare. Lo spazio per l’altare è coperto da una semi-cupola (elemento ripreso dall’architettura muraria e trasposto in legno), la navata ha una volta semicilindrica, rialzata su mensole, e il nartece sostiene il campanile sulle massicce travi del soffitto.

I tre ambienti della chiesa hanno un unico tetto in scandole, con forti pendenze, con doppie gronde tutt’intorno. Queste hanno un ruolo molto importante nella protezione delle pareti dall’umidità. Sopra il nartece si alza slanciato il campanile, con un belvedere a tre arcate per lato sotto il tetto appuntito. La parte allungata della torre è incorniciata da quattro piccole torrette, elemento singolare nell’architettura della storica Maramureș.

All’interno è conservata una parte della maglia di ferro di Haiduc Pintea Viteazul/Brigante buono Pintea il Coraggioso (1670-1703), leggendario fuorilegge di Maramureș che si dice abbia lasciato la propria camicia e il proprio elmo nella chiesa, dopo la lotta contro i Tartari nel 1717.

La pittura è composta da scene separate da strisce colorate. Le figure sono disegnate per essere viste da vicino come le miniature dei manoscritti a cui il pittore si è ispirato. Prevalgono i colori chiari, luminosi, puliti e armonizzati. La pittura interna e gran parte delle numerose icone nella chiesa risale al 1762, quando qui era attivo Alexandru Ponehalschi, il pittore polacco che dipinse varie chiese in Maramures. Secondo un’iscrizione del 1762, furono dipinte un gran numero d’icone, che formano l’attuale iconostasi sulla parete orientale della navata. Le icone dipinte su dei pannelli formano il primo registro dell’iconostasi. Sopra seguono altri registri: i dodici apostoli con al centro l’icona Deesis (Gesù vescovo in trono affiancato da Maria e Giovanni Battista), poi una serie di medaglioni contenenti due profeti, al centro Maria con Gesù Bambino, e l’ultimo con la Crocefissione, completata con gli episodi della Deposizione a sinistra e il Compianto su Cristo morto a destra. 

La volta della navata è priva di decorazioni perché la tela dipinta è stata strappata e scomparsa. Alexandru Ponehalschi, autore della pittura e delle icone, è una notevole personalità artistica del Maramures del XVIII secolo, essendo stilisticamente fedele al programma iconografico di tradizione post-bizantina. Allo stesso pittore si devono i frammenti conservati nella navata e nel nartece. Invece, il dipinto dell’abside dell’altare, del 1812, appartiene a Ianos Opris, che firma nello stesso tempo l’icona, una rappresentazione barocca “Incoronazione di Maria” che si trova sull’altare.

Nella chiesa sono conservate anche un gran numero di icone su legno risalenti al XVII-XVIII secolo, ma probabilmente ancora più vecchie, oltre a una preziosa collezione di icone su vetro. Tra le icone più interessanti c’è quella di San Giovanni Battista che apparteneva a una chiesa costruita prima del XV secolo.