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Maramures

Chiesa Desești
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Chiesa Desești

La chiesa lignea di Desesti del 1770, inclusa nel Patrimonio Unesco dal 1999, si trova nella valle del fiume Mara. La chiesa fu costruita probabilmente dopo l’ultima incursione dei tartari del 1717. Fu dedicata a Santa Parascheva (1010-1080), la santa protettrice della Moldavia. Sul nartece poggia la torre campanaria che presenta in sommità un balconcino sporgente.

Prima del 1948 la chiesa era greco-cattolica ma una volta sospeso il culto, la chiesa entro nel possesso della chiesa ortodossa. 

All’interno si trova il ciclo pittorico del 1780, realizzato dal pittore Radu Munteanu, che si aggiunge alla pittura di Alexandru Ponehalschi, di origine polacca. La pittura è in stile postbizantino, con uno stile naif, rustico specifico delle chiese in Maramures. 

L’icona più antica che rappresenta Gesù Pantocratore, risale al XVII secolo e si trova nella navata.

La pittura interna si è ben conservata in tutti e tre ambienti: nartece, navata e altare, essendo un esempio importante di pittura post-bizantina del XVIII secolo. I pittori hanno riportato nelle iscrizioni del 1780 i nomi degli artigiani ma anche i nomi dei donatori, nobili di Maramures, che hanno contribuito alla costruzione e alla pittura.

L’iconostasi è stata realizzata probabilmente da un pittore polacco che aveva un atelier di artigiani itinerante, perché a Barsana è stata trovata un’icona realizzata da lui nel 1751. Comprende quattro registri di cui le quattro icone inferiori sono mobili e si chiamano “icone reali”.

Nel primo registro superiore dell’iconostasi ci sono tre rappresentazioni: La crocifissione, la Deposizione e la Resurrezione, che si trova solo qui a Desesti. Nel registro successivo sono rappresentati Dio Padre circondato da dodici profeti. 

Nella parte centrale dell’iconostasi c’è la scena Deisis (il tema iconografico cristiano di rito bizantino, molto diffuso nel mondo ortodosso, Gesù Giudice sul trono con la Vergine e Giovanni Batista) affiancata dagli apostoli. Lo stesso pittore ha realizzato l’iconostasi delle chiese di Ieud (1765) e di Budesti-Susani (1760), chiese lignee del Patrimonio Unesco. 

Nella chiesa si trovano 12 icone dipinte con tempera su legno, di cui due sono le più antiche.

Dietro l’iconostasi, può entrare solo il prete oppure le suore, se si tratta della chiesa di un monastero femminine (entrano per pulire). Inoltre, possono entrare tutte le persone per una volta sola, il giorno della consacrazione della chiesa. Qui si possono vedere scene della vita della Vergine e della liturgia divina (la “divina liturgia” è la liturgia eucaristica di rito bizantino). 

Al centro della volta è dipinta in un medaglione la Madonna orante. Il medaglione è circondato dai quattro evangelisti. Nei timpani sono raffigurati gli arcangeli Raffaele e Gabriele. Sulla parete orientale si trova la Santissima Trinità a Mamvri/Mamre, il luogo dove Abramo vide la Santa Trinità come tre viaggiatori giovani sotto una quercia, nella valle nei pressi di Hebron. Sul lato sud-est sono state dipinte le scene: Le donne mirofore (portatrici di mirra) e l’Angelo presso la tomba di Gesù. La rappresentazione delle mirofore presso la tomba di Gesù è un tema specifico dell’altare, essendo collegato alla speranza nella risurrezione. Sulle pareti sono stati dipinti altri temi: Tre soldati che dividono tra di loro la camicia di Gesù, la Crocifissione, l’entrata nella Chiesa della Madre di Dio. Sulla parete nord dell’abside dell’altare, dove si trova la “proscomidia”, luogo destinato alla preparazione dei santi doni, sono le scene del Sacrificio di Abramo e l’albero di Jesse (è un motivo frequente nell’arte cristiana tra l’XI e il XV secolo che rappresenta una schematizzazione dell’albero genealogico di Gesù, a partire da Jesse, padre del Re Davide, il quale è di particolare importanza nelle tre religioni abramitiche, l’ebraismo, il cristianesimo e l’islam), rappresentazioni che simboleggiano il sacrificio liturgico. 

Nella parte meridionale, laddove si trova il “diaconicon” – luogo in cui sono custoditi i paramenti liturgici – si trovano le immagini di San Pacomio (292 -348) e dell’arcangelo Michele.

La navata/naos rappresenta lo spazio in cui la comunità si riunisce per assistere alle funzioni religiose. Sulla volta della chiesa di Desesti, il pittore dipinse Maria orante, Gesù Maestro e i quattro arcangeli. 

Le chiese di Maramures includono nella navata un’ampia rappresentazione dell’Antico Testamento con le scene più importanti della Genesi. Questa caratteristica si ritrova anche nella chiesa di Desesti, dove il secondo registro dipinto, alla base della volta, è costituito da cinque scene che fanno parte del ciclo della Genesi: la creazione di Adam, la creazione di Eva, la tentazione da parte del serpente demoniaco, la cacciata dal paradiso e Caino uccide Abele. L’albero dei patriarchi della chiesa abbraccia l’intera parete occidentale. 

Sulle pareti della navata si trova una presentazione comparativa in un accentuato modo moralizzante delle scene dell’Antico Testamento (scene tratte dalla Genesi) e il Nuovo Testamento (i Miracoli, la Parabole e le Passioni). Il ciclo della Passione si presenta dettagliato, in sedici scene. 

Nella parte inferiore delle pareti della navata sono rappresentati dei ritratti di martiri, di militari santi, di eremiti e di confessori. Il registro inferiore della parete nord contiene tre episodi della vita di san Demetrio: la lotta di Nestore (Santo Martire Nestore di Tessalonica) con il gladiatore barbaro Lieo, Lieo gettato sulle spine e san Demetrio che benedice Nestore.

Le tre scene trovano ispirazione nei fatti che raccontano il martirio di Nestore e di San Demetrio Megalomartire durante i giochi indetti dall’imperatore Massimiano (250-310) in visita a Salonico/ Tessalonica. Il primo episodio viene spesso raccontato nelle chiese di Maramures, il personaggio negativo Lieo (molto apprezzato dall’imperatore per il suo fisico imponente e pratico di molte tecniche utilizzabili per uccidere, noto per il suo atteggiamento nei confronti dei cristiani) è spesso rappresentato in un costume da ussaro. Massimiano si dispiacque così tanto per la morte di Lieo e credendo nell’aiuto divino invocato da Nestore prima del combattimento ordinò che San Demetrio fosse ucciso in carcere e che San Nestore fosse ucciso con la propria spada.

Altri temi dell’Antico Testamento sono dipinti nel registro inferiore della navata: Davide piange la morte di Assalonne, Davide uccide Golia, Giuditta e Oloferne. La porta dell’ingresso ovest della navata centrale è adornata con le rappresentazioni di San Pietro e Paolo. 

Il primo ambiente della chiesa si chiamato nartece/pronaos ma anche la “chiesa delle donne” perché loro assistono da qui alla santa messa. Inizialmente la parete che separata il nartece dalla navata era una parete piena. Alcune chiese hanno delle panche di legno coperte con tappetti tipici del Maramures.

Il Giudizio Universale occupa il posto più importante nel dipinto del nartece, estendendosi su tutte le quattro pareti della stanza. Il Giudizio Universale è una rappresentazione che non manca mai dalle chiese lignee del Maramures, essendo sempre dipinto nel nartece. A causa dello spazio limitato che avevano a loro disposizione, i pittori di Maramures dovettero ricorrere a una selezione di scene, non potendo raffigurare tutte le immagini consigliate dalle regole iconografiche. La selezione è stata fatta in base al carattere didattico delle scene, e il Giudizio Universale, noto per il suo ruolo moralizzatore, ha una rappresentazione molto ampia.

Il Giudizio Universale era solitamente rappresentato, sia nelle chiese bizantine che in quelle dell’Europa occidentale, sul muro occidentale, sul lato dove il sole tramonta. Nel caso della chiesa di Desesti, il centro della composizione è sulla parete est e raffigura Gesù il giudice. È assistito dagli apostoli e dagli angeli che suonano la tromba. Nella parte inferiore Gesù è affiancato da Adamo ed Eva, inginocchiati, e ai suoi piedi si trova l’Etimasia (motivo iconografico cristiano di origine orientale, essenzialmente composto di un trono sormontato da una croce). Sulla parete orientale si trova l’immagine del Cielo, resa dai tre patriarchi, che tengono tra le braccia le anime degli eletti. Sul lato settentrionale del nartece nel registro superiore sono dipinti martiri, persone pie, imperatori e patriarchi. Il tema dei profeti è ampiamente sviluppato nel registro inferiore. A Desesti, la scena dell’Inferno si estende su tre pareti. Il fiume di fuoco esce da sotto i piedi di Gesù e scorre nella bocca del mostro Leviathan. Il pittore annovera tra i peccatori gli assassini, i fornicatori, le prostitute, i capi villaggio, i giudici (questi ultimi due essendo oppressori dei contadini), che vengono portati in carriole spinte dai demoni. Nel fiume di fuoco, i giudici ingiusti sono dipinti in tormento. In una parte dell’Inferno ci sono due diavoli che torturano una ragazza seduta su un letto, e l’iscrizione accanto spiega il significato della scena: “La ragazza che dorme la domenica”. Ma il mondo dell’Inferno a Desesti include alcune rappresentazioni che non sono descritte dai libri d’iconografia. Nella parte alta dell’Inferno, sono dipinti, seduti sulle sedie, la Pigrizia, la Morte, la Peste e la Fame. Nella parte inferiore della parete occidentale, il pittore ritrae altri peccatori tormentati dai demoni: al bugiardo viene tolta la lingua e colui che ha ucciso i suoi genitori viene colpito dal diavolo con un’ascia. Nel registro superiore della parete meridionale c’è l’immagine di Mosè che guida i pagani al tribunale di Gesù. I popoli sono identificabili da iscrizioni: “ebrei”, “turchi”, “tedeschi”, “tartari” e “franchi” vestiti come all’epoca.

Sul muro a ovest, sopra l’ingresso – di fronte alla rappresentazione di Gesù Giudice – la Madre di Dio è dipinta in preghiera. Sul lato sinistro della stessa parete, sopra l’immagine dell’Inferno, si trova la Parabola delle Dieci Vergini. La decorazione del nartece si completa con le raffigurazioni sul soffitto: le Martiri Varvara, Iuliana e Marina, Santa Sofia e Santa Marina. Il soffitto è inoltre decorato con rappresentazioni dell’Arcangelo Michele e del Profeta Daniele. 

Nel 1920 fu aggiunto un balcone che permette di ammirare meglio i dipinti, da vicino.