Monastero Brâncoveni
Constantin Brancoveanu nacque nel 1654 a Brancoveni, vicino a Slatina. Era il figlio di Papa Brâncoveanu (Matei) e di Stanca (nata Cantacuzino). Tra i suoi avi paterni ci sono Preda Brancoveanu ma anche i principi regnanti della famiglia Basarabi. Su linea materna apparteneva alla ricca famiglia di origine bizantina Cantacuzino.
Tra i fratelli di sua madre c’erano Serban Cantacuzino (futuro Principe), Constantin, il letterato e Mihai, il mecenate. Tutti i sei fratelli di Stanca sono stati grandi dignitari di corte, un caso unico nella storia della Valacchia. L’infanzia di Constantin Brâncoveanu, come l’intero periodo successivo alla morte di Matei Basarab (1654), fu segnata dal conflitto politico interno tra Baleni e Cantacuzini, che sarebbe stato risolto solo durante il regno di Șerban Cantacuzino (1678-1688), quando la famiglia Baleanu ha ceduto ai suoi rivali.
Constantin rimase orfano di padre nel 1655, Papa Brâncoveanu fu ucciso nella rivolta dei mercenari contro il principe Constantin Șerban. Alla fine del febbraio 1655, questi mercenari insorsero contro i boiardi che avevano consigliato a Constantin Serban di licenziarli ed espellerli dal paese. La famiglia Brâncoveanu, guidata da Preda, si trovava nelle case di Bucarest, sulla collina dell’attuale Metropolia. Preda Brâncoveanu riuscì a riscattare la sua vita e Constantin fu salvato dai servi, che lo sostituirono con un bambino zingaro ma Papa Brâncoveanu fu ucciso.
Alla Sublime Porta lo chiamavano “Principe d’Oro” per le ricchezze della sua famiglia, per i preziosi doni che faceva ai governanti turchi e al Sultano, in oro, argento e pietre preziose.
Brancoveanu fu ucciso a Costantinopoli il 15 agosto 1714, il giorno in cui compì 60 anni per diverse accuse mosse contro di lui. Avrebbe potuto salvare la sua vita e quella dei suoi quattro figli e del suo consigliere, se avesse rinunciato alla religione ortodossa. Questo è il motivo per cui la Chiesa ortodossa romena lo ha martirizzato nel giugno 1992 quando il Sinodo della Chiesa ortodossa romena ha decretato la santificazione di Constantin Brancoveanu, dei suoi figli: Constantin, Radu, Stefan e Matei e del consigliere Ianache Văcărescu. Il 7 marzo 2018, per decisione del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa, sono stati aggiunti come santi anche nel calendario della Chiesa ortodossa russa.
Non rimane nulla delle vecchie case reali di Matei Basarab costruite a Brancoveni. Ma si trovano invece la grande chiesa in pietra, costruita nel 1699 dai figli di Brancoveanu, Constantin e stefan, al posto della chiesetta in legno costruita dal nonno Preda Brâncoveanu e dal bisnonno Matei Basarab. Le parti più antiche che si sono conservate fino ad oggi, sono il campanile e le cantine. I due fratelli ricostruirono nel 1700 la piccola chiesa in legno, chiamata PARACLIS, costruita dalla nonna di Matei Basarab, Calea, successivamente sostituita da una chiesa in pietra, che divenne BOLNITA, cappella utilizzata da monaci malati o anziani. Tutti questi dettagli si possono leggere nella PISANIA, l’iscrizione scolpita in pietra posta sopra l’ingresso nella cappella.
Nel portico della chiesa ci sono le tombe di nonna Calea, del fratello di Constantin, Barbu morto a Costantinopoli, di sua madre, Stanca Cantacuzino, del padre e del nonno di Brancoveanu, Matei e Preda. Quindi, questa è la prima necropoli dei Brancoveanu.
Tra il 1721 e il 1727 il monastero divenne una caserma austriaca perché Oltenia era caduta in mano agli austriaci dopo la guerra turco-austriaca. Il monastero subì varie distruzioni, dopo il terremoto del 1837, fu ricostruito nel 1842, ma con la secolarizzazione delle proprietà monastiche del 1863, iniziò il declino, tanto che nel 1872 vi rimasero solo quattro monaci e nel 1876 fu chiuso.
Riaprì nel 1940 ma dovette chiudere nuovamente nel 1959, per decreto dei comunisti che non voleva nei monasteri dei minori, quelli con meno di sette anni d’istruzione, quelli con condanne. Solo gli uomini sopra i 55 anni e le donne sopra i 50 anni potevano diventare monaci e monache, rinunciando alla pensione statale. Con questo decreto, 132 dei 224 monasteri rimangono aperti, con 1.400 monaci e monache invece di 6.000.
Trattandosì di un monumento storico, nel 1975, iniziarono i lavori di restauro e nel 1985 con l’intervento di Elena Barbulescu, sorella di Ceausescu, il monastero riaprì. Attualmente, qui vivono 40 suore.
Nella chiesa grande si può ammirare l’iconostasi originale, scolpita in legno dorato da Giorgio Pesena Levin e nella Cappella, il dipinto di Costantinos, il pittore greco proveniente dall’altro monastero, Hurezi, dove aveva creato una scuola di pittura religiosa.