Cetatea Deva - Romania for All

Regione

Transilvania

Città

Deva

Fortezza Deva
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Fortezza Deva

Le rovine della fortezza di Deva erano e rimangono un’importante attrazione turistica. Negli ultimi anni è stato ideato un programma per la sistemazione della Cittadella, un progetto molto controverso, per metterla in luce e renderla accessibile a tutte le età: installazione di una seggiovia e sistemazione di una terrazza all’interno della fortificazione (quest’ultima idea poi abbandonata). Una volta raggiunta la cima vicino ai ruderi della fortezza, si svela il panorama della città e dei suoi dintorni. Si parla anche dell’esistenza di un tunnel sotterraneo che collegava la Fortezza di Deva con il Castello di Hunedoara. 

Grazie alla sua particolare posizione strategica, la fortezza sorvegliava dominante questa parte della Transilvania, lungo la valle del fiume Mureș. Qui sono state scoperte tracce d’insediamenti neolitici e dell’età del bronzo e la presenza di blocchi di pietra scolpita, con i caratteristici tagli a coda di rondine, fa presupporre agli archeologi la presenza di una fortificazione dacica.

La fortezza medievale di Deva, monumento storico di costruzione laica (ungherese: Déva vára, tedesco: Diemricher Burg), fu costruita a metà del XIII secolo sulla collina della cittadella / Dealul Cetatii, che altro non è che un cono vulcanico con un’altitudine di 371 m slm (altezza della collina è di 184m).

Dopo l’invasione dei Tartari (1241), fu costruita una nuova fortezza dal Re Béla IV(1235-1270), il padre di Stefano V. Non esiste un documento che attesti la sua costruzione ma il re fece costruire nello stesso periodo (1250) anche altre fortificazioni in Transilvania. Il primo documento scritto che menziona la fortezza risale al 1269 ed è un atto di donazione del giovane Re Stefano V, per il conte Kalnoky Chyl, per il coraggio dimostrato nella lotta combattuta sotto le mura della Fortezza di Deva. Quattro anni dopo la sua attestazione documentaria, sotto la città di Deva, ebbero luogo altre terribili battaglie contro i tartari. 

Alla fine del XIII secolo, la fortezza divenne la residenza dei voivodi Roland Borsa e Ladislau Kan, da dove esercitavano la loro autorità sul voivodato della Transilvania. La scelta della cittadella come residenza del voivodato dimostra che era possente e aveva abbastanza edifici da soddisfare le necessità di una corte. 

Nel XIV secolo, Deva e i villaggi circostanti sono menzionati come un “distretto militare valacco”, e la fortezza aveva nella sua giurisdizione quattro sedi di tribunali che facevano parte del dominio reale e appartenevano ai principi regnanti. La gente del posto aveva doveri e obblighi militari per quanto riguarda la manutenzione, le riparazioni e le costruzioni della fortezza. Nel 1302 la fortezza apparteneva ai voivodi della Transilvania ma dopo il 1315, diventa la proprietà del Re Carol Robert d’Angiò. 

La fortezza reale di Deva, che comprendeva una vasta area, faceva parte nel 1444 delle proprietà di Ioan de Hunedoara, il voivoda della Transilvania, ricevuta in dono dal Re Vladislav I (1440-1444).  Le proprietà comprendevano oltre alla fortezza anche 56 villaggi e le miniere d’oro dei Monti Apuseni / Carpazi Occidentali, che appartenevano alla fortezza.  Risale al XV secolo il documento, nel quale è ricordata per la prima volta la fiera di Deva, che si organizzava alla base del colle. Il suo dominio della famiglia Corvin sulla cittadella termina nel 1504. Sul lato nord fu trovata un’iscrizione con la quale è indicata una ristrutturazione del 1510, per volontà del voivoda Ioan Zapolya (1510-1526), principe della Transilvania. 

Durante le invasioni degli ottomani, nel 1550, 1552 e 1557, la cittadella subì degli assedi. La fortezza fu occupata nel 1557 dal sultano Solimano il Magnifico, che la consegnò alla regina Isabella d’Ungheria e al suo figlio Giovanni Sigismondo.

La cittadella fu rafforzata nel 1580 e János Torok che vinse la battaglia contro il Pascià Kasim. 

La fortezza funzionò nel XVI secolo anche come prigione e vi furono imprigionati l’umanista David Ferencz (1520-1579), predicatore protestante e vescovo fondatore della Chiesa riformata transilvana, e più tardi, della Chiesa Unitaria in Transilvania e Moise lo Szekely, il capo della nobiltà transilvana ostile al potere imperiale. Una targa commemorativa è stata collocata nella cella in cui fu imprigionato David Ferencz, nel 1948.

La fortezza iniziò ad acquisire valore militare solo nel XVII secolo. Sigismondo Bathory scelse Deva come residenza voivodale.

Nella seconda metà del XVII secolo, il principe Gabriel Bethlen costruì un bastione nella città che fungeva da prigione e luogo di tortura. Alle pendici del colle, costruisce in stile rinascimentale, un vero e proprio palazzo residenziale: il Palazzo Magna Curia.

In seguito al trattato di Blaj, del 1687, s’installa nella fortezza, una guarnigione austriaca. 

Durante la rivolta al tempo del principe Francisc Rákóczi II (1704-1711) nel 1704, la fortezza cadde nelle mani dei rivoltosi magiari chiamati Curuts. Nel 1712, dopo la pace di Satu Mare, nella fortezza ritornano gli austriaci e Giovanni Morandi Visconti redige i suoi primi progetti. Dal 1713 iniziarono i lavori per trasformare la fortezza in una fortificazione bastionare. Tra il 1717 e il 1719 e nel 1752 la fortezza fu nuovamente rafforzata. 

Nel 1786, la fortezza dove erano rifugiati i nobili magiari, fu attaccata durante la rivolta dei contadini della gleba capeggiati da Horia, Closca e Crisan.

Dal 1800 la fortezza di Deva considerata non più adeguata alle esigenze militari moderne, perde le sue funzioni difensive. In seguito alla proposta del comandate militare Mitrowsky, tutti gli infissi furono smontati e venduti all’asta.  

Nel 1817, l’imperatore Francesco I e l’imperatrice, in visita in Transilvania, colpiti dalla bellezza del luogo, ordinarono il restauro della fortezza. I lavori sono durati 12 anni. Nel 1830 fu installata sopra una porta, un’iscrizione che parla della ricostruzione della fortezza.

Durante la rivoluzione ungherese del 1848-1849, la fortezza che era ancora occupata dai soldati austriaci sotto il comando del comandante Kudlich, fu attaccata nel febbraio 1849, dai rivoluzionari ungheresi, diventando così una delle tre fortezze occupate dagli Honvezi (Szekely), dopo Buda e Arad. 

La mattina del 13 agosto 1849, la polveriera della fortezza esplose. La fortezza fu in gran parte distrutta e i soldati della guarnigione austriaca della fortezza uccisi nell’esplosione. L’intero lato orientale della fortezza fu distrutto. 

Nel 1874 la fortezza fu abbandonata.

Nel 1896 la fortezza fu acquistata dalla Società di storia, archeologia e scienze naturali della contea di Hunedoara e furono sistemati i sentieri di accesso alla fortezza.  Sui pendii della rocca fu piantato un bosco. Il penultimo grande cantiere risale al 1950. Fino a poco tempo fa si poteva arrivare in cima solo a piedi.  

La storia documentata e archeologica della Fortezza di Deva è accompagnata da credenze locali, storie meravigliose con fate, nani, draghi e guerrieri, leggende affascinanti sull’ascesa e la caduta del castello, tunnel sotterranei che portano al Castello dei Corvin a Hunedoara, leggende che a volte portano un seme della verità. Nel folclore della zona, la costruzione della fortezza è contesa tra fate e nani.

Tuttavia, la leggenda della fortezza attira di più l’attenzione e racconta di uno scalpellino di nome Kelemen, che sta cercando di costruire la Fortezza di Deva insieme ad altri 12 artigiani. Come nella famosa ballata romena del capomastro Manole, di Curtea de Arges, anche qui si ripete la storia dei crolli notturni di tutto ciò che era costruito durante il giorno. Per completare il progetto, decisero di sacrificare la prima moglie che avrebbe per portato il cibo il giorno successivo al marito e mescolare le sue ceneri al gesso. La moglie di Kelemen, chiamata anche lei, Anna, come la moglie di Manole, fu sacrificata e la costruzione fu completata. 

La legenda delle fate parla invece di due fortezze e un lago create da loro.