Università Babeș-Bolyai
E’ uno dei più prestigiosi istituti statali di istruzione superiore in Romania. L’UBB ha la più lunga tradizione accademica tra le università romene, dall’Accademia Claudiopolitan / Collegio dei Gesuiti a Cluj, fondata nel 1581 dal principe della Transilvania, Stefan Bathory e che potreva offrire diplomi di baccalaureus, magister e dottore.
Tra il 1698-1786 riceve il titolo di Universitas Claudiopolitana e l’insegnamento era in latino e tedesco.
Nel 1872 fu fondata l’Università Reale Ungherese di Cluj (Università Franz Joseph di Cluj).
Nel 1919, l’Università ungherese fu trasformata in Università romena. Gli studenti e i professori magiari si rifuggiano a Budapesta e poi a Szeghed, in Ungheria. Alla morte del Re Ferdinando, nel 1927, l’Università prende il nome di Università di Cluj, Re Ferdinando I.
Nel 1940 l’Università Ferenc Joseph di Szeghed arriva a Cluj e l’Università Re Ferdinando I si rifugia a Sibiu e Timisoara fino nel 1945, quando ritorna a Cluj. Dal 1948 prende il nome di Victor Babes.
Le due università, romena e ungherese, derivate dall’Università Re Ferdinando I e dall’Università Franz Joseph di Cluj, furono unite nel 1959 sotto il nome di Università Babeș-Bolyai.
E’ la più grande università del paese, con un numero di circa 45.000 studenti universitari, master e dottorandi e ha una comunità accademica di quasi 50.000 persone. Occupa la prima posizione nel Metaranking delle università romene, avviato dal Ministero dell’Istruzione e della Ricerca nel 2016 (combinando tutte le principali classificazioni universitarie, come QS, THE, ARWU). L’università offre programmi di studio in romeno, ungherese, tedesco, inglese e francese (anche alcuni programmi in italiano, cinese, giapponese). L’università è stata chiamata in onore di due eminenti scienziati della Transilvania, il microbiologo Victor Babeș e il matematico ungherese János Bolyai. UBB è un membro del consorzio Universitaria, che riunisce le 5 università d’élite della Romania.
L’Università Babeș-Bolyai si distingue per il suo carattere multiculturale. Così, delle 21 facoltà, 19 offrono programmi di insegnamento in romeno, 17 in ungherese, 10 in tedesco e 2 in inglese. In due delle facoltà di Teologia riformata e Teologia romano-catolica, i programmi di insegnamento sono esclusivamente in ungherese. Delle specializzazioni offerte, 98 sono in romeno, 52 in ungherese, 14 in tedesco e 4 in inglese.
Se nel 1938 c’erano 3.094 iscritti per seguire i corsi di 4 facoltà con 9 specializzazioni nel 2019 sono registrati 44.940 studenti in 21 facoltà con 243 specializzazioni.
Le facoltà sono: Teatro e televisione, quattro di Teologia (romano-cattolica, riformata, greco-cattolica e ortodossa), Educazione fisica e sport, scienze politiche, amministrative e della comunicazione, Economia, Studi Europei, Economia e Gestione delle Imprese, Psicologia e Scienze dell’Educazione, Sociologia e lavoro sociale, Storia e Filosofia, Lettere, Legge, Scienze e Ingegneria Ambientale, Geografia, Biologia e Geologia, Chimica e Ingegneria Chimica, Fisica, Matematica e informatica.
Nel 1920 si creano a Cluj due scuole di insegnamento tecnico, di elettrotecnica e costruzioni. L’Università Tecnica di Cluj-Napoca comprende ad oggi dodici facoltà distribuite nei due poli universitari, Cluj-Napoca e Baia Mare, ai quali si aggiungono i distaccamenti nelle località di Alba Iulia, Bistrița, Satu Mare e Zalău. L’offerta formativa, organizzata nel sistema Bologna, comprende corsi di laurea, master e dottorato, oltre a programmi di formazione continua.
+ Chiesa dei Piaristi
La Chiesa dei Piaristi o Scolopi, inizialmente conosciuta come la Chiesa dei Gesuiti, rispettivamente come Chiesa dell’Università, dedicata alla Santissima Trinità, è la prima chiesa cattolica costruita in Transilvania dopo la Riforma protestante, e nello stesso tempo il primo edificio ecclesiastico in stile barocco della regione. La costruzione fu terminata nel 1724. La chiesa era un complesso architettonico che comprendeva anche il collegio accademico dei Gesuiti, sul cui sito si trova oggi l’edificio centrale dell’Università Babeș-Bolyai. Il luogo di culto presenta un forte contrasto tra un’architettura monumentale e sobria all’esterno, e un interno ben decorato, quasi esuberante, un gioiello di stile barocco. Fino al 1959, davanti alla chiesa c’era la statua della Vergine Maria, un monumento spostato dalle autorità comuniste dietro la chiesa di San Pietro a Cluj.
I lavori preparatori per la costruzione della chiesa iniziarono nei primi anni del Settecento. A partire dall’anno 1703 furono registrati continui trasporti di pietre da Cluj-Mănăștur, dalle rovine dell’antico convento dei gesuiti. All’interno del complesso (chiesa-collegio scolastico) fu eretto per la prima volta un edificio a un piano (sul sito dell’attuale edificio centrale dell’Università Babeș-Bolyai), al fine di garantire l’inizio dell’attività didattica.
Il 13 marzo 1718 il vescovo Gheorghe Martonfi pose la prima pietra della chiesa. I gesuiti avevano già avviato una campagna di raccolta fondi per ampliare il collegio e la sua chiesa. In occasione della posa della prima pietra, sono stati invitati i più importanti rappresentanti della vita politica della città e del Principato di Transilvania, indipendentemente dall’appartenenza religiosa. I gesuiti hanno chiesto ai presenti di essere aiutati finanziariamente per la realizzazione del progetto. Per ovvie ragioni politiche, l’azione di raccolta fondi è stata sostenuta dal barone riformato Stefan Wesselényi, presidente della Dieta della Transilvania/Parlamento della Transilvania.
Entro il 1 dicembre 1718 furono completati i lavori alla fondazione, impegnativi, date le dimensioni della cripta. Nel 1719 furono innalzate le mura e nel 1722 la chiesa fu coperta. Il completamento della costruzione e le rifiniture degli interni avvienne nel 1724. La chiesa fu consacrata il 13 maggio 1725 da Ioan Antalfi, vescovo di Alba Iulia.
L’ordine dei Gesuiti fu temporaneamente abolito nel 1773 da Papa Clemente XIV. Nel 1776 l’imperatrice Maria Teresa trasferì la chiesa, il convitto e il collegio alla proprietà dell’Ordine dei Piaristi.
La chiesa è disposta da est a ovest. La facciata principale (a ovest) è aperta verso Via dell’Università ed è inquadrata lateralmente dalle due massicce torri dell’orologio, alte 45 metri. Le torri sono articolate verticalmente con due coppie di lesene monumentali a gradini, tra le quali si trova la parte centrale, la più importante dal punto di vista compositivo, delimitata da un possente cornicione. I pilastri hanno capitelli ionici, in stile barocco. Le due torri sono unite da un frontone triangolare traforato da una finestra ellissoidale e inserito da due volute. Con un registro sottostante, la facciata è provvista di un altro cornicione, altrettanto prominente, che poggia su altre due coppie di capitelli ionici dei pilastri monumentali.
Lateralmente, alla base di ciascuna torre, altri due ingressi sono disposti simmetricamente, rispettivamente a sinistra e a destra dell’ingresso principale. Nelle nicchie sopra gli ingressi laterali si trovano le statue dei Santi Ignazio di Loyola e Francis Xavier. Accanto agli ingressi laterali c’erano altre due statue, rappresentanti i Santi Giovanni Nepomuceno e Alois Gonzaga.
L’equilibrio tra lo slancio verticale e gli elementi orizzontali conferisce alla facciata della chiesa dei Gesuiti un aspetto sobrio e solenne.
L’interno della chiesa contrasta con la semplicità dell’esterno, essendo estremamente riccamente decorato. L’edificio è a navata unica, lunga 45 m e larga 24 m. A sinistra e a destra della navata ci sono tre cappelle, ciascuna con un altare e decorate con diversi dipinti. Sulle pareti della chiesa ci sono le tradizionali targhe devozionali delle chiese romano-cattoliche, scritte nelle principali lingue usate in Transilvania: romeno, ungherese, tedesco e latino.
Nella parte superiore dell’altare maggiore si trova l’iscrizione latina “Magno Deo uni act trino laus virtus gloria”, incorniciata tra due angeli. L’altare fu eretto in onore della Santissima Trinità. Nell’altare c’è l’icona della Vergine Maria, che nel 1699 avrebbe pianto per due settimane. Si presume che l’icona, dipinta su legno e avvolta in metallo, sarebbe quella originale del Monastero di Nicula. Sotto ci sono le statue di due santi dell’Ordine dei Gesuiti: San Francesco e Sant’Ignazio, statue portate nel 1726 da Vienna.
Il pulpito è decorato con i bassorilievi dei quattro evangelisti, e nello spazio tra il pulpito e la sua corona c’è un bassorilievo con i più importanti santi dei gesuiti. Sulla corona del pulpito c’è una rappresentazione di San Michele.
Sotto l’edificio della chiesa si trova una cripta con 140 sepolture.
Negli anni la chiesa ha subito restauri nel 1775, 1831, 1943, 1970 e 2005-2006.
Qui nel 1956 davanti alla chiesa, fu tenuta una messa da parte di un prete greco-cattolico (ordine soppresso dai comunisti) alla quale hanno partecipato spontaneamente 3.000 di fedeli greco-cattolici. Il prete Vasile Chindris dimostrava così che la chiesa greco-cattolica, la chiesa romena unita con Roma, non ha smesso di esistere. I preti romano-cattolici non hanno permesso l’ingresso nella chiesa, dei fedeli greco-cattolici, anche se il giorno precedente erano d’accordo. Questa messa ha portato all’arresto dei preti presenti e di alcune personalità di spicco del periodo interbellico.