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Moldavia

Eremo Sihla
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Eremo Sihla

Partendo da Neamt verso Agapia s’incontrano due monasteri e un eremo.

Fino a Secu e Sihastria la strada è asfaltata ma da Sihastria a Agapia la strada è sterrata.

Dopo Sihastria proseguendo lungo la strada sterrata e prima di arrivare ai più conosciuti due monasteri Agapia (del Colle e della Valle) si trova un piccolo eremo, Sihla. 

Sihla è il più isolato rispetto agli altri monasteri ed eremi della zona di Neamt. 

Qui nel XV secolo c’era un piccolo eremo sostituito da una chiesa in legno fatta costruire dalla famiglia Cantacuzino nel 1741. L’attuale chiesa è del 1813 con restauri del 1973. Ha una pianta triconca con una sola torre sopra il nartece. L’iconostasi è scolpita in legno ed è dorata. Gli affreschi in stile bizantino furono finiti nel 1974. 

Nel monastero si trova un’altra piccola cappella chiamata “piccola chiesa di un abete”. Ha la forma di una nave con un’iconostasi dipinta a olio. Dopo il 1990 l’eremo si è ingrandito, essendo costruita anche una casa a un piano, la torre campanaria e altre abitazioni. L’eremo Sihla diventa monastero nel 2011.  

Qui vivono 30 monaci. 

Nei pressi dell’eremo, lungo un sentiero che sale sulla montagna si trova l’eremo di Santa Teodora (1650-1700) che è vissuta nella grotta per circa 10 anni. Il padre di Teodora, il comandante delle truppe del monastero Neamt la fece spostare contro la sua volontà. Non avendo figli, decide insieme con suo marito di diventare monaci. A 30 anni lei si ritira al monastero di Varzaresti (Vrancea) e poi nella zona Buzau, dove ci sono le chiese rupestri e tanti eremi, ad Agaton. Ma a causa degli attacchi dei turchi, dopo dieci anni si rifugia a Sihastria e poi a Sihla, nell’eremo abbandonato da un frate più anziano. Siccome durante un altro attacco, le suore arrivano fino da lei si rifugia ancora più in alto, in una grotta. L’ex marito arriva dopo la sua morte a Sihastria, dove visse ancora 10 anni. Nel 1725 fu fondato l’eremo in sua memoria. Rimasse sepolta qui fino nel 1828 quando l’esercito russo, la portò a Kiev, nella Lavra Pecenska, iscritta nel Patrimonio Unesco e dove si trova tuttora. 

Dal 1992 la chiesa ortodossa romena ha deciso di canonizzarla con il giorno di commemorazione il 7 agosto.