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Moldavia

Monastero Probota
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Monastero Probota

È il primo edificio religioso costruito dal principe regnante Petru Rares, nel 1530, nei pressi della confluenza dei fiumi Somuzul Mare e Siret, vicino a Falticeni. Qui vi si trovava già una chiesetta in legno del 1391, a circa 300m, e un monastero fatto costruire da Alexandru cel Bun, oramai caduto in rovina. La prima chiesa in legno è la più antica chiesa moldava. Nella chiesa successiva, in pietra, costruita da Stefano il Grande era sepolta sua madre, Oltea Maria. 

Durante il regno di Petru, si trovava qui il cugino Grigorie Rosca, prima di diventare metropolita. Petru Rares e la sua famiglia, a eccezione della moglie, furono sepolti a Probota per sua volontà, non più nella necropoli di Putna. È consacrata a San Nicola.

Petru Rares fu sposato con Maria, la figlia di un nobile moldavo, e dopo la sua morte (1529) si risposò con Elena Brancovici, discendente dei despoti (principi) serbi. Hanno avuto 12 figli, tra cui Ana, sposata con Vlad l’Annegato (principe regnante in Valacchia – 1530-1532), Maria, sposata con il nobile Ioan Movila (madre dei futuri principi moldavi Ieremia e Simion Movila), Chiajna, sposata con Mircea il Pastore (principe regnante in Valacchia – 1545 e il 1554), Ilias (che gli successe al trono della Moldavia tra il 1546 e il 1551), Stefan (principe regnante in Moldavia, maggio 1551 – settembre 1552), Iancu il Sassone, Constantin e Ruxandra, sposata con Alexandru Lapusneanu (principe della Moldavia due volte, 1552-1561 e 1564-1568).

Continuando la tradizione di suo padre, Stefano il Grande, Petru Rares è stato un importante fondatore di monasteri e chiese. Aiutato dalla moglie, Elena Doamna, costruì diverse chiese e monasteri, i più importanti dei quali furono il Monastero di Probota (1530, dove si trova la sua tomba), il Monastero di Rașca, la Chiesa della Dormizione della Vergine a Baia (1532), la Chiesa San Dumitru di Harlau e Chiesa di San Dumitru di Suceava. Ha anche ricostruito il Monastero Moldovita (1537), il Monastero Bistrita, il Monastero Humor (1535) e il Monastero Caracalu sul Monte Athos.

Il monastero ha un aspetto monumentale, armonico, lanciato, con torre sovrastante la navata e con loggiato chiuso da alte finestre gotiche con incorniciatura di pietra scolpita. Le absidi poligonali sono contrassegnate da arcate cieche e da nicchie, con basamento di pietra allargato nella parte superiore. Il muro di cinta è alto 6 m con delle torri quadrate.

Nel 1550, Elena la principessa insieme a tre dei suoi figli, tra cui Ilias, da poco incoronato, fecero costruire intorno alla chiesa un muro di cinta con torri da difesa.  Nell’incinta si trovava anche la Casa Principesca, la dimora temporanea per i principi regnanti.

La pittura della chiesa, esterna e interna, risale al 1532. Tra gli anni 1996 e 2001 furono eseguiti dei lavori di ricerca e restauro della pittura, finanziate da una fondazione giapponese.  I lavori hanno permesso la scoperta di un affresco interno originario del XVI secolo.  Le scene più importanti sono: Cristo Pantocratore, L’ultima cena, San Nicola, la Crocifissione, Giudizio Universale e l’immancabile Quadro votivo. Nella nicchia sotto la finestra dell’altare, esiste una rappresentazione unica nell’iconografia bizantina e post-bizantina: San Giovanni Crisostomo oppure di Antiochia, che regge nella mano sinistra il corpo di Cristo, non bambino, Amnos, ma con sembianze da adulto, con le braccia tagliate. Il santo, rappresentato con un coltello liturgico nella mano destra, fa parte dello scenario della divisione del pane nel rituale del “procomidia”, la preparazione per il rito del Santo Sacrificio Eucaristico. 

All’esterno, la pittura non è stata restaurata, ma s’intravedono ancora l’Albero di Jesse e l’Inno alla Vergine. 

La pianta è trilobata, secondo la tradizione bizantina, con tre absidi. 

È iscritto sulla lista dei monumenti facenti parte del Patrimonio Unesco.  

Il monastero ha rappresentato un importante centro culturale, qui essendo attivi i grandi letterati: Dosoftei, Grigore Rosca e Gheorghe Movila. Nel XVII il metropolita Dosoftei dedica il monastero con tutte le proprietà al Santo Sepolcro di Gerusalemme. Nel 1863 il monastero fu sospeso e le sue proprietà secolarizzate. La chiesa rimane a funzionare come parrocchia. 

Nel 1991 riprende l’attività come monastero di frati per diventare nel 1993, di monache.