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Moldavia

Mausoleo degli Eroi Marășești
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Mausoleo degli Eroi Marășești

Il mausoleo è un monumento storico dedicato agli eroi della Prima guerra mondiale. Fu eretto sul luogo dove, nell’estate del 1917, si svolsero le battaglie dei Marasesti.

Sui campi di battaglia di Marasesti, l’esercito romeno ha resistito agli attacchi dell’esercito tedesco, che voleva sfondare il fronte per avanzare verso la Moldavia. La risposta è arrivata con una forza decisa: “da qui non si passa!”. Tra il 21 luglio e il 21 agosto 1917 a Marasesti e dintorni, l’esercito romeno ha ottenuto una brillante e clamorosa vittoria, quanto inaspettata.

480 ufficiali e 21mila soldati romeni sono morti negli scontri. Attualmente il mausoleo ospita i resti di 5.073 soldati e ufficiali, in 154 cripte individuali e 9 cripte comuni lungo a 18 corridoi.

L’8 ottobre 1919 fu fissato il luogo in cui doveva essere costruito il Mausoleo, sul terreno donato nel 1921 dall’industriale Georges Ulise Negropontes.

Nel 1920, George Ulise Negropontes donò alla Società Nazionale delle Donne Ortodosse Romene un terreno di 20 ettari e 50.000 lei in oro, per costruire il mausoleo.  Successivamente i francesi lo decorarono con la Legione d’Onore. George Ulise aveva accettato nel 1917 che il suo palazzo di Marasesti, fosse bombardato dalle truppe romene, esso essendo occupato dal Commando dell’esercito tedesco. Le battaglie si sono svolte sui suoi terreni e vitigni.  Era di origine greca, suo nonno fuggi dall’isola di Chios negli anni 1820, e suo padre, Jean Negropontes,, essendo armatore, mise a disposizione del governo romeno la sua flotta nel 1877, durante la guerra d’Indipendenza contro i turchi. Una famiglia con una lunga storia.

La prima pietra fu posata il 6 agosto 1923. Il 28 settembre 1924 le cripte furono inaugurate alla presenza della Regina Maria e di alcuni personaggi politici dell’epoca. Nell’estate del 1924 iniziò la sepoltura delle ossa dei soldati caduti sul campo di battaglia nelle cripte del mausoleo, e in agosto furono deposte le ossa del generale Eremia Grigorescu, comandante della 1ª armata romena durante le battaglie di Oituz, Marasti e Marasesti. Grigorescu, genero di Negropontes, morì a 55 anni, nel 1919 di febbre spagnola.  Fu sposato per soli due anni con Elena Negropontes. 

Dopo 12 anni, nel 1936, furono ripresi i lavori di costruzione della “Cupola della Gloria “, i cui bassorilievi furono scolpiti da Cornel Medrea e Ion Jalea, riproducendo diversi episodi delle feroci battaglie di Marasesti.

Sul frontespizio del Mausoleo sono incisi i nomi delle località, dove furono combattute le principali battaglie sul fronte rumeno. 

Costruito in cemento armato rivestito con blocchi di andesite di Deva, ha una forma circolare – 30 m di altezza e 40 m di diametro. La parte superiore del monumento è terminata con la della Gloria la cui base è fiancheggiata da quattro aquile in granito di Deva, incorniciata da un enorme bassorilievo, per una superficie totale di 100 mq.

Tre terrazze sovrapposte conducono all’ingresso nella cupola, decorata internamente da un affresco realizzato dal pittore Eduard Saulescu. Al piano terra dell’imponente monumento si trovano le cripte che ospitano le ossa di soldati e ufficiali romeni.

Al centro del mausoleo si trova il sarcofago del generale Eremia Grigorescu, morto il 21 luglio 1919. Il generale Eremia Grigorescu, decorato con la “Stella di Romania” e “Ordine di San Giorgio e Sant’Anna” dallo Zar di Russia, è stato il primo cavaliere della Legione d’Onore e ha ricevuto una spada da samurai inciso con le parole ” da qui non si passa!”.

Sul “corridoio dei cavalieri”, accanto al mitragliatore maggiore Grigore Ignat e al tenente Gabriel Pruncu, si trova la tomba di Mariucai Zaharia, la ragazzina di 12 anni di Haret che ha aiutato l’esercito romeno, trasmettendo dalla chioma del noce dietro la sua casa, dati sull’avanzata tedesca, quando fu abbattuta da un cecchino tedesco.

Nei pressi del mausoleo è stato allestito, in un edificio separato, un museo delle battaglie svolte in questi luoghi, che offre al visitatore immagini fotodocumentarie, armi ed equipaggiamenti militari dell’esercito romeno dell’epoca, effetti personali di Ecaterina Teodoroiu, caduta durante le battaglie combattute nella valle del Susita.

Al piano superiore si trova una rotatoria in cui sono collocate, simbolicamente, le bandiere delle unità romene partecipanti alla battaglia di Marasesti.

Il monumento, uno dei più importanti d’Europa fu inaugurato ufficialmente il 18 settembre 1938 alla presenza del Re Carol II. 

In occasione dell’inaugurazione, fu emessa una medaglia giubilare, con un diametro di 60 mm, in tre varianti: oro, argento e bronzo. Sul dritto della medaglia c’erano le effigie dei Re Ferdinando I e Carlo II, faccia a faccia, e al centro, sotto, c’era lo stemma del Regno di Romania. Sul retro, al centro, il Mausoleo degli Eroi di Marasesti.

Si dice che il Mausoleo di Marasesti imponeva un tale rispetto che Hitler in persona, quando gli aerei alleati bombardarono la Valle di Prahova e minacciarono la Moldova, chiese ad Antonescu di inviare a Marasesti due unità antiaeree per difendere il Mausoleo.

Nel 1923, davanti al Mausoleo, l’Eroe Ignoto fu scelto da un bambino orfano. Il padre del ragazzo era morto nella Prima guerra mondiale, essendo uno delle migliaia di eroi sconosciuti. Dopo la morte di sua madre, il ragazzo fu cresciuto dal reggimento di Craiova. Poiché era il miglior studente della classe, il ragazzo fu incaricato di scegliere l’eroe sconosciuto.

Di fronte al Mausoleo sono state portate 10 bare con un eroe sconosciuto da ogni area storica della Romania. Il ragazzo si è fermato davanti alla bara di Oltenia e sembra che abbia detto: “Questo è mio padre”.

Questa bara fu trasportata nel parco Carol di Bucarest, dove rimase fino nel 1958, quando fu costruito il Mausoleo degli Eroi Comunisti, e quindi, portata di nuovo a Marasesti e sepolta davanti al Mausoleo.

Nel 1993, la bara è stata rimossa dalla cripta e depositata per un mese e quattro giorni nel Mausoleo, e la cripta è stata spostata al Parco Carol. A settembre 2006, l’eroe sconosciuto è arrivato di nuovo nella capitale, dove si trova tuttora.