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Moldavia

Castello e la chiesa di Miclăușeni
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Castello e la chiesa di Miclăușeni

Miclauseni si trova a 65 km ovest di Iasi.  Il nome viene dal primo proprietario, Miclaus, che riceve dal principe regnante Alessandro il Buono, queste terre, nel 1410. La penultima famiglia entra nel suo possesso nel 1699, il proprietario essendo il nobile Ioan Sturdza. 

L’attuale castello fu costruito nel 1880-1904 da Gheorghe A. Strurdza e sua moglie Maria Ghica, in stile gotico, sostituendo quello costruito dal suo bisnonno, Ioan Sturdza nel 1752 che aveva solo un piano con 20 stanze.

L’attuale proprietario è la Metropolia di Moldova e Bucovina. 

Nel parco che circonda il castello, c’è una chiesa costruita nel 1821-1823, dal figlio di Ioan, Dimitrie Sturdza (1756-1846), il parco all’inglese essendo sistemato da suo figlio, Alecu Sturdza (1803-1848) che ha acquistato altri libri per la biblioteca già ricca del nonno. Alecu, anche se cugino del principe regnante Mihai Sturdza, fu uno dei rivoluzionari del 1848. Morì di colera nel 1848 ma delle voci dicono che fu avvelenato dal cugino. Fu sepolto nella chiesa che si trova nel parco. 

Il castello vantava una biblioteca molto ricca di libri e documenti ma anche costumi medievali, armi, gioielli, quadri, busti in marmo di Carrara, argenteria ma anche oggetti antichi: di archeologia, numismatica e epigrafiche. Solo la collezioni di libri aveva 60.000 pezzi, alcuni essendo edizioni princeps oppure rarissime. 

La figlia di Gheorghe e Maria, Ecaterina (1873-1958), sposò nel 1897 Serban Cantacuzino ma non hanno avuto figli perché Ecaterina è rimasta vedova giovane, nel 1918. Lei ha adottato suo cugino, Matei Ghica Cantacuzino che si disinteressò della proprietà emigrando negli Stati Uniti durante la Seconda guerra.  

Nel 1907, durante la grande ed estesa rivolta dei contadini, il castello scampò alla distruzione grazie alla diplomazia del nobile Serban Cantacuzino. Nella prima guerra qui fu allestito un ospedale da guerra e madre, Maria Ghica e figlia Ecaterina Cantacuzino vi lavorarono come infermiere. George Enescu vistò il castello-ospedale e suonò per i feriti. 

Nel 1944, a causa della vicinanza del fronte, Ecaterina porta via solo gli oggetti preziosi della chiesa non evacuando anche la biblioteca. Nell’inverno del 1944 qui furono portati dei prigionieri tedeschi. Il castello fu devastato dai soldati russi che hanno usato molti libri per le stufe oppure venduti a dei negozi che gli hanno usato per impacchettare la merce. Nello stesso tempo sono scomparsi tutti gli altri oggetti di valore, inclusi le suppellettili. Una parte dei libri si è salvata arrivando poi in varie biblioteche tra Bucarest e Iasi. 

Ecaterina Cantacuzino diventa monaca verso la fine della sua vita (1958) con il nome di suora Macrina. Il 21 aprile 1947 lei devolve al Vescovado di Roman, il castello, un parco di 30 ha, la chiesa e tutte le dependance, per organizzarvi un monastero per suore. Nel 1953 la proprietà fu nazionalizzata e il monastero chiuso. Ecaterina morì nell’eremo Cozancea (Botosani) dove era stata spostata nel 1953. Il suo corpo arrivò nel cimitero di famiglia, a Miclauseni, solo nel 1970. 

Dopo il 1953 il castello fu deposito per materiale esplosivo, patrimonio del Ministero della Metallurgia.

Una parte del mobilio è stata trovata nelle case dei contadini ma purtroppo i pezzi più alti di 3 m erano tagliati per farli entrare nelle loro case.

Nel 1960 il castello diventa un centro di smistamento per i bambini con gravi handicap psichici. Nel 1968 dalla mansarda scoppiò un incendio che bruciò l’ultimo mobilio conservato nella mansarda.

Negli anni, il castello ha subito gravi danneggiamenti: pavimento asportato, legno sfasciato, camini rotti. Un altro incendio nel 1985 distrugge il tetto. 

Nel 2001 il castello torna nella proprietà della Metropolia di Moldova e Bucovina. 

Nel 2003 il regista Sergiu Nicolaescu ha girato qui scene per il film Orient Express. 

Nel 2004 la Metropolia riceve quasi 700.000 euro per il restauro del castello e delle dependance. 

All’interno il castello aveva una scala centrale di marmo di Dalmazia, mobilio in legno di rosa, stufe in ceramica smaltata e porcellana, parquet intarsiato con acero, mogano, quercia ed ebano. I soffitti erano dipinti a olio con dettati in lingua latina. 

Il castello si visita ma i restauri non sono ancora finiti. Il parco è uno dei posti più ricercati per le foto degli sposi.