Biserica Fortificata Harman - Romania for All

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Transilvania

Chiesa fortificata Harman
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Chiesa fortificata Harman

La chiesa fortificata di Harman, che in latino significa Monte Melis, cioè il Monte del Miele, dista 10 km da Brasov e ha al centro una basilica romanica risalente al 1240. 

Nel periodo 1211-1225 arrivarono in questa zona della Transilvania, i cavalieri dell’Ordine Teutonico che costruirono fortificazioni e in seguito arrivarono i primi coloni sassoni, provenienti dalla zona del Reno e Mosella, Vallonia e Fiandre. I cavalieri dell’Ordo Teutonicus avevano ricevuto come proprietà gratuita a vita, la provincia chiamata “Tara Barsei” da parte del Re magiaro Andrea II. Dopo soli 14 anni, in seguito a delle dispute, sono stati allontanati dallo stesso re.

Nel tempo la chiesa fu attaccata dagli ottomani, mongoli e magiari. 

Dopo avere derubato e incendiato il comune di Harman nel 1612, il principe tiranno Gabriel Báthory assediò con un’armata di 7.000 soldati la chiesa fortificata, ma gli abitanti difesero la chiesa-cittadella con eroismo. 

Il sacerdote e cronista di Harman, Joseph Teutsch narra così l’episodio: “Quando Báthory assediò Harman nell’anno 1612 e gli assediati erano stremati dalla fame e rimasti senza provviste, questi progettarono un astuto stratagemma per nascondere al nemico la loro grande sofferenza, sperando di scampare in questo modo all’assedio. A tale scopo, presero gli ultimi chicchi di grano e ne fecero alcuni dolci, i “Kolatschen”, che gettarono dall’alto dei bastioni.” 

Lo stratagemma ebbe successo e i soldati di Báthory, credendo che gli abitanti rifugiati nella cittadella disponessero ancora di sufficienti provviste, scoraggiati tolsero l’assedio! 

Come riconoscimento per il coraggio nella difesa della chiesa fortificata, il consiglio locale di Brasov accordò agli abitanti di Harman il diritto di vendere i “Kolatschen” ogni venerdì nel mercato di Brasov senza dover pagare le tasse. Approfittarono con gioia di questo privilegio per circa 200 anni. 

Lo stemma di Harman rappresenta una sfera sulla quale sono intrecciate le lettere F e T. Gli storici interpretano tali lettere in maniera differente: “Terra Favi” (terra di miele) oppure “Frater Teutonicus” (fratello teutonico/germano). 

Il sacerdote evangelico di Harman ha spesso svolto un ruolo importante per la confraternita religiosa sassone.

Nell’ottobre 1542, si celebrò nella Chiesa Nera a Brasov il primo servizio religioso con rito evangelico-luterano.

Nel 1543, sulla base del libro di Johannes Honterus “Reformatio ecclesiae Coronensis ac totius Barcensis provinciae” (Libro della Riforma), la Riforma luterana fu introdotta a Brasov e negli insediamenti sassoni di Tara Barsei /Paese di Barsa (quindi anche a Harman) e pertanto, la comunità sassone abbracciò il rito evangelico al posto di quello cattolico presente a Harman dalla fondazione.

+ Fortificazioni 

La cinta muraria principale, ovale, con sette torri di difesa, risalente al XIII secolo, circonda la chiesa e comprende nella parte orientale una cappella.

A causa delle ripetute invasioni ottomane, le fortificazioni sono state ampliate e consolidate durante XV e XVII secolo, innalzando le mura a 10-12 m di altezza. Il cortile interno fortificato poteva ospitare fino a 800 persone. Come Harman, fino alla fine del XVI secolo, furono fortificate in Transilvania, circa 150 chiese appartenenti alla comunità sassone. La densità delle chiese fortificate in Transilvania, è unica al mondo. 

La parte superiore del muro con spessore da 2,2 a 4,2 m è stata integrata con un camminamento di guardia coperto, provvisto di bocche di tiro. Tutte le ii erano collegate attraverso il corridoio di difesa. Gli accessi erano orientati verso il cortile ed erano stretti e ripidi. Dal camminamento originale manca adesso la parte nord.  Nel 1801, una parte di questo muro di cinta è caduta ed è stata ricostruita due anni dopo, ma senza la passerella fortificata e con uno spessore più piccolo, anche perché in quel periodo le fortificazioni non avevano ormai più alcun ruolo di difesa. 

Il camminamento aveva un tetto a una falda, inclinato verso l’interno. Questo fu esteso verso l’interno, per coprire dodici alloggi e le cantine​ dei sassoni. Le camere furono costruite su due piani, sul lato interno, lungo la cinta muraria principale e su entrambi i lati della chiesa. Le camere abitabili del lato meridionale della chiesa somigliano a nidi di rondine e l’accesso si realizza con scale di legno strette e molto ripide. Sul portico meridionale e sul lato settentrionale della navata della chiesta erano collocate le cantine, che sono state utilizzate fino al 1862. Le cantine erano utilizzate per depositare in sicurezza le merci più preziose e le riserve di viveri per gli abitanti. Durante gli assedi queste “casette con cereali” erano utilizzate a tutti gli effetti come abitazioni. Molte delle camere non si sono conservate fino ad oggi, mentre quelle esistenti sono state attrezzate come un piccolo “museo della cittadella e del villaggio”. 

Il muro principale è presidiato, da sette torri imponenti, a più piani, con un’altezza media di circa 20 metri. Come il camminamento anche le torri di difesa sono attrezzate con merli e con feritoie da dove poter sparare, provviste di scudi di legno in modo da potersi chiudere.  La Torre Ovest ha una caratteristica particolare: subito sotto la gronda del tetto presenta tutto intorno, una serie di feritoie (aperture per sparare o versare catrame liquido). 

La torre Nord, molto larga nella parte inferiore, era la Torre delle Polveri. Qui, sotto una solida volta, era depositata la polvere da sparo. Merita di essere ricordata anche la Torre Sud-Est che ha una pianta ettagonale, con lati di lunghezza diversa. Questa torre è rafforzata da un solido contrafforte basso (“pilone”) che serve anche da divisorio per lo spazio tra il muro principale e la cinta mediana chiamata anche “Architettura Zwinger”. 

Nella parte meridionale del cortile si è conservato un pozzo a mazzacavallo, che assicurava l’approvvigionamento idrico dei residenti durante gli assedi.

L’ingresso alla fortezza era il punto più vulnerabile, per questo motivo era meglio fortificato. ​La porta-torre (torre dei macellai)​ è la più grande delle torri di difesa. La sua campana del 1608 è la più vecchia della regione e si chiama “la campana di fuoco”.

Per accrescere il potenziale di difesa nella zona di entrata, davanti alla torre d’ingresso fu realizzata una costruzione di difesa su due piani. Essa si raccorda con il muro meridionale della Torre dei Macellai (torre della porta).

L’accesso stradale fortificato​, leggermente curvato e dotato di una volta cilindrica, è completamente integrato nella torre e conduce fino al ponte levatoio che attraversa il fossato con l’acqua. Pertanto, l’accesso alla fortezza ha una lunghezza di circa 20 metri e si percorre attraversando più porte. In caso di emergenza, si poteva utilizzare anche un cancello, dal quale si è conservato solo il solco laterale. Nel 1814 il ponte levatoio fu sostituito da un corridoio coperto con più arcate, ​che appoggia su delle enormi colonne. Sopra l’ingresso del corridoio è stato posto un frontone decorativo tipico per l’epoca. In occasione di queste modifiche, il fossato ​ è stato drenato e la sezione corrispondente all’ingresso è stata riempita con terra.

Nel XVI secolo fu costruita una seconda cinta muraria alta circa 4-5 m di cui si conserva solo la parte meridionale, chiamata cinta mediana. Intorno alla cinta mediana correva il fosso pieno d’acqua largo circa 26 m e profondo circa 3-4 m. Oltre al fosso, fu costruita ulteriormente una terza cinta di cui non si conserva più nulla, ma probabilmente era laddove oggi ci sono una fila di alberi, la sua posizione si potrebbe determinare solo attraverso degli scavi archeologici.

Le fortificazioni perdono lo scopo militare nel XVII secolo, di difesa della popolazione, e ora sono utilizzate come museo con oggetti tipici della zona.  

+ Torre Cappella 

L’edificio originario della cappella, risalente al 1300 circa, era costituito da una cantina con un ingresso indipendente e dalla cappella stessa con volta a due campate. Essa faceva parte della cinta muraria principale che circondava già nel XIII secolo l’originaria chiesa romanica.

In occasione di rafforzamento del complesso nel XV secolo, l’edificio della cappella è stato trasformato anche lui in una torre di difesa. Furono aggiunti due livelli e le finestre della cappella furono intonacate a nord e a sud e trasformate in bocche di fuoco. Il tetto a falda unica, di grandi dimensioni è inclinato verso il cortile e copre tutta la torre.

Numerose pitture murali, realizzate in più strati, decorano tutto l’interno della cappella. La pittura murale risale al XV secolo ed è unica per la qualità dei dipinti e la loro conservazione. Il ciclo d’immagini descrive il percorso verso la redenzione eterna. 

Nella volta occidentale, gli affreschi illustrano il Giudizio Universale e il collegio apostolico, il Paradiso e l’Inferno, oltre alla parabola delle dieci vergini (raffigurazione tipica del medioevo gotico), le sette opere di misericordia e, infine, la parabola del mendicante Lazzaro e del ricco Epulone. 

Nella volta orientale sono raffigurati gli Evangelisti con i padri della chiesa, gli Apostoli e i Profeti, ciascuno con un nastro con la propria epigrafia. A ogni Apostolo, con una frase della Testimonianza di Fede, viene attribuito un profeta con la profezia corrispondente dal Vecchio Testamento. 

Il culmine del ciclo è la scena della crocifissione del Gesù, sul muro orientale. Questa è affiancata dall’illustrazione degli stati sociali medievali (quelli che pregano, quelli che lottano e quelli che lavorano) e dalla parabola evangelica del pubblicano e fariseo. 

Una particolarità del monumento è il ciclo d’immagini, lungo il doppio arco meridionale della volta, dedicato alla verginità di Maria. 

Iscrizioni in lingua gotica e nastri decorativi con motivi geometrici e vegetali coprono le superfici libere. I temi e il modo d’esecuzione riflettono un discorso teologico proprio dell’Università di Vienna, dell’inizio del XV secolo.

+ Chiesa San Nicola 

Conserva nella parte orientale l’aspetto dell’antica basilica a tre navate lunghe 20 m, in stile romanico del XIII secolo e si possono individuare le somiglianze con l’architettura cistercense dell’epoca, quello che attesta l’appartenenza all’abbazia Carta. I monaci cistercensi per volontà del Re Bella IV avevano ottenuto l’amministrazione dei monasteri Feldioara (Marienburg), Sanpetru (Petersberg), Harman (Honigberg) e Prejmer (Tartlau). 

L’aspetto definitivo della chiesa è del 1595, quando, dopo un devastante incendio, la navata centrale ricevette una volta in stile tardo gotico e un nuovo tetto. Nello stesso tempo, le finestre della navata centrale e di quella laterale meridionale furono realizzate in stile tardo gotico.

La chiesa a causa delle modifiche strutturali subite in diverse epoche, presenta dei differenti elementi stilistici, dal periodo tardo romano, attraverso il periodo proto-gotico, gotico e tardo gotico, fino al Rinascimento. 

Nel 1300 nella parte occidentale della chiesa fu costruita la torre campanaria in stile gotico, sopra la navata centrale e abbracciata dalle altre due navate laterali. La torre ha due scale in pietra, a chiocciola, che raggiungono i primi due livelli. Per raggiungere la sommità, superando altri sei livelli, si devono salire delle scale in legno. Al quinto livello si trova la campana e su ogni lato della torre ci sono due finestre, ognuna con due aperture strette ad arco ogivale. Sul lato ovest si trova il portale tardo-gotico riccamente decorato che permette l’ingresso nella chiesa. Con i suoi 56 m è la torre più alta di questa regione, chiamata Tara Barsei.

Nel 1794 furono fatti dei lavori al tetto della torre e fu eliminata la galleria di difesa. Intorno al colmo del tetto sono state costruite agli angoli quattro torri più piccole, che simboleggiavano il diritto di applicare pena capitale (ius gladii). 

Inizialmente la chiesa fortificata aveva cinque campane: tre nel campanile, una delle quali era dedicata alla sveglia ed era collegata all’orologio, una nella torretta sopra il coro e una era situata in cima alla torre della porta d’ingresso. 

Durante la prima guerra le campane della chiesa furono rimosse dall’esercito e fuse. Le campane odierne della torre furono acquistate rispettivamente nel 1923 e 1925. La grande campana del 1923 risultata difettosa fu sostituita nel 1925 e seppellita. Dal 1973 si trova invece nel memoriale costruito davanti al portale occidentale. 

La navata centrale è lunga quasi 20 metri ed è connessa alle due navate laterali attraverso delle arcate sostenute da pilastri massicci con base rettangolare. Le arcate orientali sono larghe e semicircolari, quelle occidentali sono strette e ogivali. L’interno della navata centrale è coperto da una volta semicircolare, dotata di nervature a forma di rete e sostenuta da semi-pilastri con capitelli in stile tardo gotico. 

L’accesso alla navata centrale si fa attraverso il portale occidentale o quello meridionale, incorporato nel muro laterale della navata meridionale. La navata centrale è separata tramite un arco trionfale dall’altare e dall’abside (santuario). L’arco è sostenuto da semi-pilastri con capitelli romanici decorati da foglie.

Nell’abside della chiesa si trova un altare barocco del 1787 realizzato dallo scultore Franz Eberhard e dal pittore Mohr, di Brasov. L’altare rappresenta la Crocefissione come immagine principale, avendo ai lati le statue degli apostoli Pietro e Paolo. Entrambi i lati della zona principale dell’altare sono decorati con ghirlande di fiori, in stile barocco. La parte superiore dell’altare presenta un medaglione con l’iscrizione “Dio è amore”, mentre sulle mensole delle colonne sono sistemate due statue: a sinistra Mosè e a destra Aronne. 

L’altare e l’abside sono le parti della chiesa che ancora oggi conservano l’architettura originale. Nella parte esterna dell’abside si possono vedere le finestre in stile romanico con arcate semicircolari, attorno alle quali sono visibili sui davanzali delle pitture murali, romaniche, ben conservate; ciascuna finestra è abbellita dalle immagini di due santi. 

L’abside è affiancata da due cappelle laterali. La cappella laterale sud mantiene ancora l’aspetto originale in stile romanico ed è utilizzata oggi come vestibolo dell’abside. 

La cappella laterale nord fu restaurata nel XV secolo e trasformata in sacrestia. Nella sacrestia sono degni di nota i piccoli armadi del XV secolo, in stile tardo-gotico, inseriti nella parete sud e le cui porte sono decorate con ornamenti floreali e il “bacino” (in latino “sacrarium” o “piscina”) nella parete nord, che fa riferimento al periodo pre-controriforma cattolico. 

La cappella ha una volta cilindrica, con nervature a rete di maglia e con semivolte in corrispondenza delle finestre. Le mensole della volta sono scolpite e rappresentano volti umani. La simmetria decorativa della volta è leggermente modificata, suggerendo così uno spostamento delle mensole e degli elementi decorativi della volta. L’inquadramento della porta tra la sagrestia e il coro presenta dei ricchi profili rinascimentali.

Dalla sacrestia, una scala stretta e ripida, porta al pulpito di legno, collocato sull’arco trionfale (lato nord-est della navata centrale). 

Il pulpito ligneo risalente alla fine del XVII secolo è costituito da un corpo cilindrico con il pavimento a forma di fiore ed è coperto da una cupola a forma di baldacchino, sulla quale si può vedere la statua di Gesù Cristo, il Giudice del Mondo. 

Il fonte battesimale neogotico a forma di coppa è stato colato in gesso nel 1899 e proviene dalla famosa fabbrica di ceramiche di Ernst March di Charlottenburg, vicino Berlino.

La tribuna in legno nella parte ovest della navata ospita l’organo e diverse file di panche. La balaustra della tribuna è formata da cinque cassettoni decorati con motivi a foglia di vite. Risale al 1754 l’installazione di un piccolo organo ed è questa probabilmente anche la data di costruzione del loggiato. Fu ampliato nel 1868-88 quando assunse la forma attuale.

Invece, l’organo del 1889, tuttora funzionante, fu costruito dai maestri d’organo di Brașov, Karl Einschenk e Josef Nagy. Ha due tastiere, 19 registri e una pedaliera con 27 pedali (tastiera da azionare con i piedi). L’organo ha in totale 950 canne disposte in registri, così da consentire di variare il timbro del suono emesso. 

La parte visibile dell’organo, in stile Impero, accresce l’impressione di un palcoscenico riccamente decorato. L’organo è stato restaurato nel 2006. 

Una caratteristica della chiesa di Harman sono i banchi delle donne sposate, risalenti al 1753.  Situati al centro della navata, fatte con travi di abete ma senza schienale a causa dei costumi nazionali che esse indossavano. Nel piccolo museo si trovano dei costumi tipici della zona appartenuti a donne e uomini, a bambine e bambini e al sacerdote. Le prime file delle panche erano invece riservate per le signore del notaio, sacerdote, professore e per le maestre.  

Le sedie settecentesche poste nell’abside sono riservate al sacerdote, alle autorità locali e per i presbiteri. Esse presentano sui fianchi e sul baldacchino delle decorazioni scolpite mentre la parte posteriore è dipinta con ornamenti floreali.

Tappeti orientali decorano le pareti del coro, la ringhiera della tribuna e le prime panche della navata principale. Si ritiene che questi tappeti, originali dell’Anatolia, siano arrivati nella città di Harman, nei secoli XVII-XVIII, portati dai commercianti.

L’oggetto più rilevante della dotazione liturgica della chiesa è il calice d’argento dorato, secondo le tecniche utilizzate in Transilvania nel XV secolo. Il piede a forma di piramide, con base alta, presenta sei facce lisce con iscrizioni. Il nodo sbalzato, sovrapposto dalla coppa con apertura allargata, è probabilmente un’aggiunta seicentesca. La patena (piattello di metallo, per lo più prezioso, a largo orlo, usato per coprire il calice e per contenere l’ostia, prima e dopo la consacrazione) e il pyxis (cofanetto) o pisside, risalgono allo stesso secolo, entrambe parzialmente in argento dorato. Le tazze di latta risalgono ai secoli XVIII-XIX.

L’ingresso principale della chiesa è costituito dal portale occidentale ​risalente al periodo tardo gotico e si trova incassato nel muro della torre. Il timpano è decorato da una pittura che rappresenta un pellicano, come metafora del sacrificio di Gesù Cristo. Al periodo tardo gotico risale anche il portale meridionale​ che si distingue per i ricchi profili. Il portale settentrionale ​con incorniciatura gotica e angoli smussati fu coperto da un muro.

Questa è la storia di una delle più grandi e meglio conservate chiese fortificate della Transilvania.