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Fortezza Râșnov
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Fortezza Râșnov

In cima a una collina alta 150 m si erge la fortezza “contadina” di Rasnov, a circa 17 km sud-ovest di Brasov. In tedesco si chiama Rosenau, la città delle rose e in latino, Villa Rosarum. Sempre a Rasnov furono scoperti i resti della fortezza Cumidava e di un castrum. 

In origine fu costruita, insieme a Feldioara e Rupea, dai cavalieri teutonici per proteggere la regione dalle invasioni tartare prima e turche poi. La permanenza dei cavalieri teutonici, con il consenso del Re Andrea II, fu breve, dal 1211 per 14 anni. Durante la breve permanenza dei Cavalieri Teutonici nel Paese Barsa/Tara Barsei arrivarono i primi coloni sassoni, che si stabilirono a Rasnov insieme alla popolazione nativa romena, contribuendo con il loro lavoro allo sviluppo di quest’antico insediamento. La parte più antica della fortezza risale a questo periodo. Da allora, la fortezza assolse la sua funzione di difesa fino al 1850 quando fu definitivamente abbandonata.

Sembra che i primi coloni sassoni provenissero dalla riva sinistra del Reno, da “Rosenau”, un insediamento situato nella regione di Coblenza, dell’ordine teutonico. Così, il nome tedesco, “Rosenau”, la Valle delle Rose, potrebbe ricordare l’origine dei primi coloni sassoni. Fin dal Medioevo, infatti, la rosa fu scelta come emblema dell’insediamento.

La prima attestazione documentaria del Rasnov medievale, sotto il nome di “Rosnou”, si trova in un documento emesso dal Re d’Ungheria, Carol Robert de Anjou, nel 1331, che fa riferimento al luogo di origine del nobile Nicolaus Magnus.

Nel 1377, l’anno della prima segnalazione esplicita dell’insediamento di Rasnov, comincia la costruzione della fortezza di Bran, concessa dal Re d’Ungheria, Luigi I il Grande. Si conferma così il collegamento della città di Brasov con i tredici comuni sassoni, tra i quali Rasnow occupava il terzo posto. Nel 1388 Rasnov compare nei documenti come Villa Rosarum (Rosendorf)/Il villaggio delle rose.

Gli incendi furono le calamità maggiori che hanno colpito la città perché la maggior parte delle case medievali di Rasnov erano costruite in legno. Nel 1335 i Tartari distrussero la città, essendo il primo grande incendio e nel 1850 fu l’ultimo.

Con l’arrivo dei sassoni si crearono anche delle corporazioni. Quelle più famose e ricche erano la corporazione dei falegnami e quella dei tessitori. L’economia locale era comunque l’agricoltura. Un mestiere speciale, che conobbe una notevole fioritura, fu la fabbricazione del vetro, documentata dal 1526.

Il 20 agosto 1658 la città Rasnov fu incendiata dai Tartari e gli abitanti furono ridotti in schiavitù. La fortezza non fu interessata, ma il muro a sud-ovest fu ulteriormente fortificato.

Tra i personaggi importanti vissuti a Rasnov vi sono il principe regnante di Valacchia – Radu de la Afumati/1523, la principessa Stanca – la moglie di Michele il Bravo/1601. Il 6 giugno 1773 il futuro imperatore Giuseppe II visitò la città.

La fortezza ha una superficie di circa 3.500 mq e i materiali impiegati per costruire furono la pietra e i mattoni legati con semplice malta. Le fortificazioni avevano otto torri quadrilatere e una poligonale.

Dall’alto delle sue mura nei giorni sereni si potrebbe vedere il castello di Bran, all’imbocco della valle del torrente Bran. Prima della costruzione di Bran, la dogana medievale tra la Transilvania e la Valacchia si trovava a Rucar e pertanto la fortezza di Rasnov sorvegliava la valle, essendo la prima fortificazione che un incursione armata in Transilvania, avrebbe incontrato. 

Dal 1427, quando Rasnov fu visitata da Sigismundo di Lussemburgo, la fortezza fu data in amministrazione alla comunità locale che ricevete anche il diritto di organizzare fiere. 

Come Feldioara e Bran, anche la fortezza di Rasnov, ha un pozzo, ma con una profondità maggiore. Secondo una leggenda, i lavori di scavo in pietra per raggiungere l’acqua, sono durati ben 17 anni, eseguiti da prigionieri turchi. 

La fortezza ha due cortili, uno esterno e l’altro interno. Nel cortile esterno antistante la fortezza, chiamato anche il giardino della fortezza, situato nella parte orientale, era riparato il bestiame. Il cortile esterno ha un ingresso per le munizioni e viveri, e un altro, sotto la torre quadrata, per il bestiame. All’interno della fortezza c’erano le case degli abitanti, che servivano da rifugio e dispensa durante gli assedi. Le stanze hanno nomi che s’incontrano in altre cittadelle contadine: “stanza della scuola”, “stanza del prete”, ecc. Una scuola fu costruita sulla sommità della collina e nel 1650 fu costruita una cappella le cui mura sono ancora visibili. A causa delle numerose invasioni militari, la fortezza era “il secondo centro di Rasnov”.

La principale carenza di questo insediamento fu per molto tempo la mancanza di approvvigionamento idrico. Quando gli attacchi durarono e le riserve d’acqua si stavano esaurendo, gli abitanti rifugiati nella fortezza uscivano la notte per riportare dell’acqua da una sorgente segreta. Per una difesa efficace, le pendici della collina della cittadella erano sgombrate e, laddove la salita poteva essere facile, erano scavati dei fossati nella roccia.

Quando veniva avvistato un esercito nemico oppure l’innesco di un incendio, le guardie della fortezza allertavano la popolazione della città bassa suonando la campana nella torre di guardia. E tali situazioni non sono state rare nella storia di Rasnov. Dopo l’invasione dei tartari del 1335, segui nel 1421 il primo assedio eseguito da un esercito ottomano. La fortezza resistete eroicamente ai turchi che insoddisfatti, si sono diretti verso l’ancora non fortificata Brasov, che saccheggiarono terribilmente. I turchi assediarono ancora senza successo la fortezza di Rasnov nelle campagne del 1436 e del 1441.

Nel 1612 la fortezza fu occupata da Gabriel Bathory, principe di Transilvania. Fu l’unica volta che la fortezza di Rasnov si arrese. Nel marzo del 1612, Gabriel Bathory, nemico dichiarato dei Sassoni, organizzò una campagna militare nel Paese di Barsa, nel tentativo di limitare le libertà della comunità sassone in Transilvania. La fortezza di Rasnov era difesa dagli abitanti di Rasnov, Ghimbav, Cristian e da un distaccamento di soldati romeni, che avevano fatto parte dell’esercito del sovrano della Valacchia, Radu Serban. Sebbene i cannoni dell’esercito di Bathory avessero causato pochi danni alle mura della città, l’assedio divenne particolarmente efficace dopo che alcune truppe nemiche occuparono il versante orientale, bloccando l’accesso dei difensori della città alla fonte segreta da cui si rifornivano con acqua.

Il 3 aprile 1612, dopo i negoziati con il principe, i capi della comunità di Rasnov consegnarono la fortezza, a condizione che i vecchi privilegi dei residenti di Rasnov fossero rispettati e che nessuna guarnigione straniera fosse collocata nella fortezza. Purtroppo il giorno successivo alla resa, Gabriel Bathory guidò gli abitanti della fortezza e installò una guarnigione dei suoi soldati. Nell’estate del 1612, gli abitanti di Rasnov, aiutati dagli abitanti di Brasov, tentarono due volte di riconquistare la fortezza, ma senza successo. Rasnov riprese il possesso della fortezza solo nel giugno 1613, a seguito di un accordo con Gabriel Bathory che prevedeva il pagamento di un riscatto di 3.000 fiorini da parte dei Sassoni. 

Le battaglie del 1612 dimostrarono la necessità di scavare un pozzo nella fortezza, posto al centro della fortificazione con una profondità di 98 m, scavato direttamente nella roccia. Il pozzo della fortezza fu scavato tra il 1623 e il 1640. Sebbene ci sia la leggenda dello scavo del pozzo da due prigionieri turchi, cui fu promessa la liberazione alla fine dei lavori, il pozzo fu realizzato da artigiani sassoni nominati dal municipio di Rasnov. 

Dei periodi difficili come 1658-1661, 1690 – la campagna delle truppe turche, accompagnate dall’esercito valacco del principe regnante Constantin Brancoveanu, 1703-1711 – la rivolta dei “curuts” (del Re ungherese Rackozy I contro la casa d’Asburgo), segnarono per il popolo di Rasnov una cronaca nera in cui lo scenario era lo stesso: rifugiarsi nella fortezza e poi ricostruire l’insediamento. 

Inoltre, nel 1718, Rasnov fu colpita da una terribile epidemia di peste. Nello stesso anno un incendio distrusse l’intera città e raggiunse la fortezza, distruggendo le case nel cortile interno e la cappella. Dopo le riparazioni, la fortezza fu utilizzata nel XVIII secolo, ma il terremoto del 1802 distrusse alcune delle torri.

L’ultimo scontro armato nella fortezza di Rasnov ebbe luogo durante la rivoluzione del 1848-1849. Siccome la città era attraversata dagli eserciti dei rivoluzionari ungheresi, ma anche dalle truppe imperiali austriache e zariste, gli abitanti di Rasnov preferirono rifugiarsi con le sue proprietà dietro le mura della fortezza. Durante questo periodo il cortile esterno fu utilizzato anche come luogo di addestramento per le guardie sassone. Nella seconda metà del XIX secolo la fortezza fu abbandonata. Nella fortezza era tenuta una sola guardia, che doveva suonare la campana per annunciare lo scoppio degli incendi.

Nel 1891 fu inaugurata la prima ferrovia che collegava Brasov a Zarnesti, via Rasnov.

Dopo l’unificazione della Transilvania con la Romania, nel 1919 fu nominato a Rasnov, per la prima volta un sindaco romeno.

Nel 1923 il Consiglio comunale decide, suggestionato probabilmente dalla decisione delle corporazioni sassone di Brasov che avevano regalato nel 1920, il castello Bran a Regina Maria, di regalare la cittadella di Rasnov al principe ereditario Carol di Romania, futuro re Carol II.

Dal 1966 la cittadella dei Rasnov fu utilizzata per i film romeni storici, cominciando con “i Daci”, segue nel 1970, “Michele il Bravo” e nel 1974, “gli Immortali”. Nel 2002 fu costruita una fattoria americana per le riprese del film “Cold Mountain” con Nicole Kidman, Renée Zellweger, Jude Law e Donald Sutherland.

Dal 2010 la cittadella ritorna nell’amministrazione della città di Rasnov.

A oggi i turisti possono visitare la fortezza e il museo d’arte feudale, dove sono esposti attrezzi, armi, mobili antichi, stampe, armature, abbigliamento popolare specifico della zona, varie fotocopie di documenti dell’epoca. Nel museo sono inoltre esposti alcuni oggetti insoliti per il nostro secolo, come una maschera di tortura e un giogo che era usato per trasportare i prigionieri.

Nella fortezza sono organizzati eventi, come il Festival del Film Storico di Rasnov con proiezioni di film all’aperto, la fiera del libro e vari concerti.

Per arrivare sulla cima della collina si può salire a piedi lungo la strada che passa davanti al parco giochi Dino-Parco, oppure salire a piedi lungo questa strada con un trattorino che porta i turisti fino alla porta bassa nella cittadella. L’altra via di accesso, moderna e di recente costruzione, è la cabinovia che sale proprio dal centro della città. 

+ Promenade Sissi

Sulle pendici della stessa montagna dove poco più a sud si trova la fortezza, fu allestita nel 1879 su iniziativa del colonnello Johann von Kaunzdi, comandante del reggimento di cavalleria Rasnov, la passeggiata Sissi che ricevete il nome dell’imperatrice austro-ungarica Elisabetta d’Austria (Sissi), figlia del Re Massimiliano I di Baviera (24 dicembre 1877 – assassinata il 10 settembre 1898 a Ginevra) e moglie dell’imperatore Francesco Giuseppe d’Austria.

I soldati hanno tracciato i vialetti, lungo i quali hanno piantato alberi e posto delle panchine. Fu costruito un gazebo e in seguito anche un ristorante con terrazza. Il luogo di passaggio degli anziani di Rasnov è stato ricostruito solo nel 2008, su iniziativa del sindaco di allora. 

+ Chiesa ortodossa San Nicola 

A Rasnov si trova la più antica chiesa ortodossa della Transilvania sud-orientale: la chiesa ortodossa romena dedicata a San Nicola.

L’edificio è stato costruito in più fasi. La ricerca archeologica ha dimostrato che la prima costruzione risale al XIII secolo. A questa fase architettonica appartengono l’altare e la piccola navata.

Nel 1384, il restauro con l’ampiamento del luogo di culto ha beneficiato del sostegno del principe regnante della Valacchia, Radu I. D’ora in poi, sembra che l’impronta gotica provenga dall’architettura della chiesa di Rasnov.

Nel 1773 la chiesa fu nuovamente ampliata con il contributo dei mercanti Brasov Ionita e Radu Boghici. La forma attuale risale al terzo decennio dell’Ottocento. La pittura bizantina interna sembra essere stata realizzata nel XVII secolo.

Nel corso dei secoli, la chiesa ha ricevuto numerose donazioni da parte di principe regnati della Valacchia, predominante ortodossa e di boiardi/ricchi nobili della Valacchia. 

+ Chiesa evangelica San Mattia

Nel 1394 i documenti ricordano Stefan, parroco della chiesa di San Mattia da Rasnov, basilica in stile di transizione dallo stile romanico a quello gotico. L’unica chiesa della comunità cristiana dei Sassoni di Rasnov, conservata fino ad oggi, risale all’inizio del XIV secolo. 

Le caratteristiche romaniche dell’inizio (l’arco di trionfo, le parti inferiori delle navate e della torre, i massicci pilastri) sono oscurate da altre gotiche, introdotte in due fasi.

Un cronista del 1630, scrive che nel 1542-1543, a causa dell’attività del pastore Nikolaus Stephani, gran parte della comunità sassone si convertì al luteranesimo, il luogo di culto subendo i consueti mutamenti imposti dalla negazione delle immagini con santi. Gli altari laterali e altri oggetti recanti immagini di santi furono rimossi e le superfici della pittura murale, che furono realizzate nel XIV – XV secolo, furono coperte. Parti della vecchia pittura parietale ricominciarono a essere visibile, nel 1932, sulla parete nord del coro. All’esterno un’immagine molto degradata di Gesù e degli strumenti simbolici della Passione, e all’interno, sotto gli archi delle volte, una serie di scene del Ciclo della Passione, Risurrezione e Deposizione di Gesù (fu segnato anche l’anno di realizzazione, 1500)

Con la Riforma Religiosa, i Sassoni hanno imbiancato gli affreschi della chiesa. Sul lato nord del coro della chiesa è stato scoperto un vecchio dipinto del 1500.

Nel 1682 fu innalzato un nuovo altare. Nel 1781, l’organo che aveva 113 anni fu sostituito da un organo costruito dallo slesiano Johann Frill.

Dopo gli incendi del 1587, 1623 e 1718 il luogo di culto fu molto danneggiato. Durante l’incendio del 1718 le tre campane si sono fuse Nel 1720 fu realizzata una nuova campana. L’aspetto attuale della chiesa evangelica risale al 1774-1775, quando avvenne la trasformazione della chiesa in stile barocco.

Nel 1773 furono innalzate le mura della chiesa. Il terremoto del 26 ottobre 1802 provocò gravi danni alla chiesa evangelica e alla sua torre. La ricostruzione della torre fu terminata nel 1804 ed è alta 13 m avendo una sfera dorata e una stella nella parte superiore. La volta della navata centrale fu sostituita da un soffitto a cassettoni. 

L’ultimo restauro risale al 1839, sempre dopo un altro terremoto del 1838. L’altare risale al XVIII secolo.

Dopo 200 anni, alla fine della Prima guerra mondiale, nel 1927, furono acquistate da Apold, due grandi campane, in acciaio.