Fortezza Feldioara
La fortezza di Feldioara, sita nella provincia di Brașov, costruita nel XIII secolo, è la più importante fortificazione costruita dai cavalieri teutonici in Transilvania. La fortezza è un monumento storico. Fino al 2013, la fortezza era in rovina e fu completamente restaurata tra il 2013 e il 2017.
Sulla riva sinistra dell’Olt si trova il villaggio di Feldioara cioè a 17 km nord della città di Brasov. Secondo le ricerche archeologiche il territorio è stato abitato sin dal neolitico, continuando durante l’età del bronzo e la dominazione romana. Sono stati trovati siti archeologici con vasellame, cristalleria e oggettistica in oro, oltre a un tesoro di 21 monete romane. La scoperta di cinque lingotti d’oro datati tra il 402 e il 408 ha portato all’ipotesi di un loro utilizzo come tributo per le popolazioni migranti di quei tempi, probabilmente per gli Unni.
Il nome della località in ungherese è “Föld-Vár”, significando “fortezza in terra” e in tedesco Marienburg, che significa “fortezza di Maria”. La Vergine Maria era la patrona dell’Ordine dei Cavalieri Teutonici e la fortezza di Feldioara fu la più importante fortificazione costruita da loro in Tara Barsei (nome della regione storico-geografica con il capoluogo Brasov). La costruzione di questa fortezza avvenne in seguito alla concessione ai Cavalieri Teutonici da parte del Re ungherese Andrea II del diritto di stabilirsi in quest’area, chiamata “terra deserta et inhabitata”, per popolarla al fine di difendere i territori della corona ungherese dalle frequenti incursioni dei Cumani. Il controverso termine “disabitato” porta all’idea di un territorio deserto e disabitato, un’idea contraddetta da prove archeologiche che confermano l’esistenza di un cimitero sassone nella città che è stato datato alla metà del XII secolo, noto come la prima ondata in Transilvania della colonizzazione sassone, oltre che la presenza della popolazione autoctona, dei romeni.
Di conseguenza, i teutoni si stabilirono nella regione di “Terra Borza” (Tara Barsei), avendo inizialmente solo il diritto a costruire fortificazioni di legno e terra. Poiché in Europa occidentale tali fortificazioni erano già un ricordo del passato e poiché probabilmente avevano costruito la fortificazione direttamente in pietra, nel 1222, Andrea II concesse all’ordine teutonico il diritto di costruire “castra et urbes lapideas”. Siccome i cavalieri avevano esteso i loro territori verso nord, verso la Terra dei Brodnik (in Moldavia) e avevano fatto incursioni a sud, verso il Danubio, il re d’Ungheria, preoccupato per la possibilità che si sarebbe creato uno stato nello stato, arrivò con il suo esercito nel 1225 e allontanò i Cavalieri dal paese di Barsa. Un atto papale menziona che i Teutoni costruirono “cum multa labore… quinquie castra fortia”.
La fortezza costruita dai Teutoni, che dopo la loro partenza fu chiamata “Sanctae Mariae”, su una collina a Feldioara, era circondata su tre lati dal fiume Homorod. L’esperienza dei costruttori teutonici accumulata in Terra Santa e in Asia Minore ha portato nelle terre della Transilvania, tecniche e soluzioni costruttive incontrate nei grandi castelli crociati di Tyr, Crac des Chevaliers e Ascalon. Dell’antica fortezza teutonica si è conservato solo un muro di pietra nella parte nord-ovest. Questo muro si è rivelato totalmente diverso dal resto della cittadella, come tecnica costruttiva. Alla base sono stati posti grossi massi sopra i quali è stato costruito un muro di massi legati con malta di buona qualità. Secondo i rilievi, sembra che la fortezza fosse circondata in seguito, da un nuovo recinto, il secondo, all’interno del quale c’era una cappella, una “Casa del cavaliere” e un ospedale. La casa del cavaliere aveva funzione di refettorio, con una sala da pranzo a piano terra, un magazzino al livello superiore e stanza da letto all’ultimo piano. In occasione delle incursioni dei Tartari nel 1241, sia la cappella sia gli altri edifici furono distrutti. Sulle rovine della fortificazione, i Cistercensi che controllavano il paese su ordine del Re Bela IV, edificarono l’attuale chiesa. La cappella romanica dei Cavalieri Teutonici è probabilmente inglobata nel coro gotico e nei ruderi della Casa del Cavaliere che fanno parte delle fondamenta del corpo basilicale.
Presso i ruderi della rocca che oggi si possono vedere sulla collina, sono presenti tracce appena visibili della presenza dei Cavalieri Teutonici. Le torri e i recinti furono probabilmente costruiti dalla comunità sassone, rimasta qui dopo la loro partenza, ma il periodo esatto non può essere precisato. Dopo la grande invasione tartara, che ha causato gravi danni in Transilvania, ci fu una vera e propria effervescenza nella costruzione di nuove fortificazioni. Poiché la fortezza di Feldioara era stata in pratica distrutta, i locali la ricostruirono con un recinto ovale, secondo la forma dell’altopiano, dove si trova ancora oggi, facendone l’ingresso da sud e innalzando delle torri da difesa. A oggi si può vedere solo quella occidentale. Le torri erano dotate di livelli separati da piattaforme e comunicavano tramite scale in legno. Si suppone che la torre orientale fosse provvista di piattaforme ma avesse una volta semicilindrica. Dalla torre sud si conservano solo gli elementi della base. La cinta muraria di difesa ha un’altezza di 6 – 7 metri, e si possono vedere ancora i fori in cui venivano fissate le travi delle mensole che sostenevano il camminamento di guardia. Nella parte meridionale ci sono ancora delle feritoie da difesa (machicoulis), e nella parte ovest della cortina c’è un pozzo con una profondità di circa 70 metri.
Un probabile restauro fu fatto dopo il 1420, come riportato in un documento del 1439 in cui si menziona che gli abitanti di Feldioara fortificarono un “castrum” a difesa delle loro proprietà. Così, al tempo di Sigismondo di Lussemburgo, la fortezza di Feldioara era una “fortezza contadina” e la località ricevette il diritto, grazie a essa, di ottenere il titolo di “città”.
La fortezza fu distrutta nel 1430 dai turchi e nel 1457 da Vlad Tepes/Vlad l’Impalatore, fu ricostruita rapidamente dagli abitanti. Il muro di cinta sul lato sud fu probabilmente distrutto durante la battaglia di Feldioara dalle truppe del principe regnante moldavo Petru Rares. Sulla torre a nord c’è un’iscrizione ”1657”, ma non si sa se si riferisce all’anno della sua costruzione o del suo restauro.
L’intero progetto di recupero del 2013-2017 ha previsto, oltre al restauro delle mura della fortezza, un’approfondita ricerca di carattere archeologico sull’intero sito. Di conseguenza, fu scoperto che il sito archeologico fu abitato migliaia di anni fa. Sono stati scoperti vari manufatti ben conservati del periodo neolitico (cultura Cucuteni), geto-dacico e medievale. Tutti i manufatti si troveranno in un futuro allestimento museale.
Le mura di cinta e tutte le torri, così come il muro di protezione dello Zwinger (corridoio curvo) sono state restaurate. Tutte le fortificazioni originali, di epoca teutonica, sono state completamente conservate. I resti della cappella e del monastero cistercense sono stati evidenziati nel cortile interno. Il pozzo, profondo circa 70 metri, è stato ricostruito e sopra il muro di guardia è stato predisposto un belvedere. Poiché la forma della fortezza non è completamente nota, furono ricostruite solo le mura e le torri, di cui si disponeva di informazioni storiche. Il camminamento di guardia della fortezza fu ricostruito in legno di abete com’era all’origine. La fortezza era in una fase avanzata di degrado quando nel 2013 sono cominciati i lavori.
I materiali usati sono stati: legno, mattoni, pietra e tegole di ceramica. I mattoni sono stati realizzati a Sighișoara sul modello di quello usato per costruire le mura della fortezza. Il progetto nel suo complesso mirava ad attualizzare la forma che aveva la fortezza nel XVII secolo, quando era intonacata. Per eliminare la confusione che può sorgere tra i muri restaurati e quelli originali, i restauratori hanno utilizzato il legno.
Dal 2017, nella Fortezza di Feldioara è organizzata la festa “Rosa dalla Cittadella” oltre al Festival medievale dei Teutonici dal 2011.